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COLDIRETTI: “CON SEQUESTRI NAS STOP A MOZZARELLE SENZA LATTE”

La mozzarella è il formaggio più acquistato dagli italiani che ne hanno consumato quasi 156 milioni di chili in un anno, ma è anche un prodotto molto esposto agli inganni e alle frodi che ne mettono a rischio le caratteristiche qualitative. Lo afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’operazione dei Carabinieri dei Nas che hanno sequestrato 4 tonnellate e mezzo di “mozzarelle senza latte” prodotte da un’azienda casearia di Crema accusata di utilizzare quasi esclusivamente materie prime non consentite come caseina, burro e formaggi scaduti o prossimi alla scadenza.

Di fronte al moltiplicarsi di questi episodi che danneggiano i consumatori e aggravano la crisi degli allevamenti italiani, la Coldiretti chiede di rendere pubblici gli elenchi delle ditte che utilizzano latte sterile, cagliate, polveri e caseinati importati in grandi quantità dall’estero da dove in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di chili di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili polvere di latte di cui 15 milioni di chili di caseina.

Mentre le stalle italiane rischiano di chiudere, si stima che, seppur legalmente, latte o addirittura cagliate straniere all’insaputa dei consumatori sono presenti nella metà delle mozzarelle, dove è vietata l’utilizzazione della caseina che però a partire dal primo gennaio 2009 può essere incorporata fino al 10% nei formaggi, al posto del latte, secondo quanto previsto dalla normativa comunitaria.

Per combattere le frodi, garantire la trasparenza sulla qualità dei prodotti in vendita e consentire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori, la determinante azione di controllo delle forze dell’ordine deve essere accompagnata da misure strutturali e per questo è necessario estendere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione (Uht), latticini e formaggi.

La speculazione sui prezzi, che ha provocato il crollo delle quotazioni alla stalla, si combatte con la trasparenza dell’informazione. A fronte del calo delle quotazioni del prezzo del latte alla stalla che sta causando la chiusura degli allevamenti, l’Italia - denuncia la Coldiretti - tra i grandi paesi produttori (Germania, Francia e Spagna) è l’unico dove la Commissione Europea ha rilevato un aumento dei prezzi al consumo per latte e formaggi, secondo l’analisi a febbraio 2009. Sul piano della contrattazione, la Coldiretti sostiene la proposta per l’identificazione e definizione degli indici di riferimento nella definizione con l’industria italiana di un prezzo di base del latte alla stalla con riguardo alle caratteristiche e ai prezzi dei prodotti caseari italiani, nonché dei costi di produzione sostenuti dalle imprese di allevamento.

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