Colti, curiosi, con elevavate capacità di spesa, informatissimi sul mondo del vino e su quelle (limitate) etichette italiane e internazionali che rappresentano un asset di investimento e si rivalutano nel tempo (brand prestigiosi e riconosciuti a livello mondiale): sono i collezionisti di vino, che partecipano alle aste on line - cresciute esponenzialmente con la pandemia - ma non disdegnano le tradizionali vendite all’incanto. Un piccolo esercito di appassionati che vanno a caccia di una bottiglia particolare, un formato di pregio, un’annata perfetta. Chi come forma di investimento, chi per il semplice piacere del collezionista. Per tutti loro si affaccia sul mercato una nuova casa d’aste, la International Art Sale di Milano, famosa da anni per i suoi incanti di preziosi, argenteria e quadri, che adesso entra nel mercato del buon bere e, dal 2 al 12 maggio, propone una ricca asta on line con importanti annate ed etichette decorate da grandi artisti.
Una novità nel variegato mondo del vino all’incanto sono le informazioni di carattere enologico che riguardano le denominazioni precise dei vini stessi: se Doc, Aoc (per le francesi) o Docg, oltre ad una valutazione, quando possibile e basata su dati oggettivi risalenti a fonti qualificate, dell’eventuale valore straordinario dell’annata: ottima, grande o eccezionale. Sono 200 i lotti all’incanto, tra italiani e stranieri, in primis Barolo e Barbaresco, Brunello di Montalcino e Chianti Classico, Amarone della Valpolicella e Picolit, Sassicaia e Tignanello (tra cui una magnum 2012). Fra i toscani ci sono Biondi-Santi (tra cui un lotto di 6 bottiglie di Brunello di Montalcino 1979), Fattoria dei Barbi, Antinori e Castello Banfi. Fra i piemontesi Borgogno e Gaja (tra cui 3 bottiglie di Sorì Tildin 1970), Conterno (una bottiglia di Barolo 1996) e Fontanafredda.
Ma non mancano illustri francesi: Châteauneuf-du-Pape e grandi Bordeaux come Château Mouton Rothschild (con etichette decorate da artisti del calibro di Balthus, Joan Mirò o Henry Moore). Champagne di nobili casate e Sauternes, come il mitico Château d’Yquem, nnché i vini “fortificati” portoghesi, Porto e Madeira.
Si parla di bottiglie di vertice, con una base d’asta relativamente importante, ma non mancano vini più abbordabili, dal Chianti allo Sforzato valtellinese, dal Vin Santo al Dolcetto, passando per il Five Roses, il vino rosato storicamente più famoso in Italia, il primo ad essere imbottigliato nel Belpaese (correva l’anno 1943), che deve il suo nome ad un generale dell’armata americana, che ne rimase entusiasta e lo acquistò a casse. Poi, magnum particolari e una selezione di spumanti classici e Champagne, con qualche chicca come il Ferrari Riserva Cent’Anni e la Cuvée Dom Pérignon. Nonché pregiate cassette-regalo, una per tutte la selezione Marnier con i celebri liquori all’arancia e i meno noti ma altrettanto interessanti Cognac. Per una meditazione finale, alcuni grandi distillati: whisky di malto, grappe e acquaviti d’uva o di prugna.
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