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Come tutti i matrimoni che finiscono male, anche quello tra Uk e Ue è destinato a portarsi dietro qualche strascico, a partire dalla separazione dei beni, come le decine di migliaia di bottiglie conservate nella cantina della Commissione Europea

Come tutti i matrimoni che finiscono male, anche quello tra Gran Bretagna ed Unione Europea è destinato a portarsi dietro strascichi inevitabili, a partire, ovviamente, dalla separazione dei beni. Già, perché dal suo ingesso nell’allora Cee, nel 1973, la Gran Bretagna non ha condiviso con gli altri Paesi europei solo la politica economica o quella agricola (sempre, come racconta la storia, tra mille distinguo e polemiche, ndr), ma anche una cantina, la cantina della Commissione Europea, di cui adesso Londra chiede la sua parte nelle trattative per la Brexit che, secondo le ultime dichiarazioni del Primo Ministro Theresa May, entrerà nel vivo a marzo 2017, con l’invocazione dell’articolo 50, che governa l’uscita dalla Ue.

Come racconta il magazine Uk ”Decanter” (www.decanter.com), non si sa di preciso di quante bottiglie si parli, c’è chi sostiene che siano addirittura 42.000, anche se un’interrogazione alla Commissione Ue del 2012 parlava di 15.500 bottiglie, per un valore complessivo di 260.000, mentre il Consiglio dei Ministri Ue, nello stesso anno, parlava di 27.000 bottiglie. Per ora, dalle istituzioni britanniche ed europee, non filtra alcun commento, certo la vicenda è più di colore che di sostanza, ma Londra non ha intenzione di rinunciare a ciò che le spetta, specie perché le cantine di Buckingham Palace, dopo la spending review decisa negli ultimi anni, hanno tanto spazio da riempire ...

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