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Con la tappa di Shanghai chiuso il roadshow per la promozione dell’Esposizione Universale, portato da Vinitaly in Cina. A rappresentare il vino italiano, ben 31 importatori e 61 cantine tra le più rinomate del Belpaese

Con la tappa di Shanghai si chiude il Roadshow per la promozione dell’Esposizione Universale, portato da Vinitaly in giro per la Cina. Nella tappa finale (2-6 aprile) c’è stata la più grande compagine, ad oggi, di importatori e produttori di vino italiano che la Cina abbia mai visto: 31 importatori (provenienti da Shanghai, Pechino, Guangzhou, Shenzhen e Qingdao) e 61 cantine a rappresentare il meglio del made in Italy enoico (www.vinitalyinternational.com), da Antinori a Banfi, da Ferrari a Gaja, da Ca’ del Bosco a Bellavista, da Livio Felluga a Masi, da Frescobaldi a Planeta, da Zonin ad Argiolas, dai Marchesi di Barolo a Tasca d’Almerita, da Tommasi a Tenute Rapitalà, fino a Mezzacorona, solo per citarne alcune. Per la prima volta il cosiddetto “Sistema Paese” del vino italiano si è presentato insieme, compatto, in modo significativo e in un contesto importante come quello dell’Expo di Milano.
“L’ultima tappa del Roadshow, Shanghai, è stata la tappa con la maggiore visibilità per il vino italiano e il nostro Paese si doveva presentare in modo unificato e con i suoi vini top rappresentati dai loro importatori - spiega Stevie Kim, managing director di Vinitaly International - l’adesione a questo progetto e a questa tappa è stata sorprendente ed entusiasmante. Di solito il vino italiano, non solo in Cina ma anche nel resto del mondo, si presenta in modo frammentato. Shanghai dimostra che è possibile anche un nuovo e diverso trend dove il vino italiano e le sue potenzialità si presentano in modo forte e chiaro”.
“Il Roadshow per la promozione dell’Expo in Cina è stata una grande occasione per Vinitaly e per gli importatori e i produttori di vino italiano di presentare a platee che non avevano conoscenza le nostre eccellenze del settore enoico, soprattutto in città di seconda fascia come Changsha, Fuzhou, Jinan e Zhengzhou. Il messaggio di Vinitaly a fianco di Expo in territorio di Cina - continua Stevie Kim - era uno solo: l’Italia, non più solo Paese della moda e del design, ma anche Paese produttore di vino, cosa non scontata per il consumatore cinese. La strada per la conquista della Cina - mercato di cui tutti riconoscono la sua importanza le sue grandi potenzialità - comincia proprio da Shanghai ora, a meno di quattro settimane dall’inizio dell’Expo”.

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