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CONSORZIO DEL GRAN SUINO PADANO: “NESSUNA “BOCCIATURA” DELL’UNIONE EUROPEA” ... MA

L’Unione Europea, di fatto, per il momento, boccia il “Gran Suino Padano”. Il motivo? Sembra essere l’aggettivo “padano” che non va bene, perché i maiali che dovrebbero essere protetti dalla denominazione arrivano da 11 regioni di tutta Italia, comprese Toscana, Abruzzo e Molise, e non dalla sola area a cui “padano” fa riferimento.

Ma il Consorzio del Gran Suino Padano - con una nota stampa - non ci sta e intende precisare che sulla Dop Gran Suino Padano “non vi è stata alcuna “bocciatura” da parte dell’Unione Europea della domanda di registrazione del Gran Suino Padano”. Però, subito dopo, la nota del Consorzio spiega che “una delegazione (costituita da rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura, delle Regioni, della Rappresentanza Permanente Italiana in Ue e dei macellatori e degli allevatori aderenti al Consorzio) si è incontrata con i Servizi Comunitari in luglio per comprendere meglio i motivi delle osservazioni tecniche al disciplinare e alla denominazione e per mettere in atto le opportune modifiche da apportare al dossier”.

Uno stop, quindi, sembra esserci stato e gli appunti che sono stati mossi non sono leggeri: in buona soistanza, l’aggettivo “padano” che non va bene, perché i maiali che dovrebbero essere protetti dalla denominazione arrivano da 11 regioni di tutta Italia, comprese Toscana, Abruzzo e Molise, e non dalla sola area a cui “padano” fa riferimento.
Il Consorzio ricorda, quindi, che poi al Ministero c’è stata una riunione “per concertare le modifiche e le azioni correttive da apportare, che verranno vagliate in settembre dal tavolo di filiera suinicola del Ministero dell’Agricoltura per gli adempimenti successivi” e che “come sempre avviene per il riconoscimento di denominazioni tutelate di questa portata economica, il negoziato è ovviamente complesso e delicato”. Il Consorzio chiude poi chiosando: “contiamo che gli incontri avvenuti gioveranno alla positiva conclusione del riconoscimento comunitario”.

Ma il presidente dell’Anas (Associazione Nazionale Allevatori Suini), Giandomenico Gusmaroli, avverte: “forse avremmo avuto più chance di ottenere la Dop usando la denominazione Suino Pesante, già noto in commercio, o Suino Italiano”, , che ammonisce: “uno stop che rischia di far saltare l’ultimo flebile legame che teneva assieme macellatori industriali e allevatori, già sulle barricate nei mercati, dove il prezzo riconosciuto dai macellatori sta facendo chiudere centinaia di aziende agricole”.

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