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Constellation Brands, multinazionale Usa che controlla, tra gli altri, la chiantigiana Ruffino, punta sul segmento premium: pronti 285 milioni di dollari per la californiana The Prisoner Wine Company, mentre i marchi canadesi finiscono sul mercato

Constellation Brands, multinazionale degli alcolici che controlla, tra gli altri, brand come la birra Corona, il big del vino Usa Robert Mondavi, la griffe del Chianti Classico Ruffino e la Vodka Svedka, ha le idee chiare e, per continuare a crescere, ha deciso di puntare sui marchi premium del vino che, sul mercato di riferimento del gruppo, quello americano, fanno segnare le performance migliori, con le vendite 2015 delle etichette sopra i 20 dollari cresciute del 7,6%. È in questa direzione che va l’ultimo, rumoroso, acquisto, che dovrebbe essere ufficializzato a fine mese: 285 milioni di dollari per i 5 brand di The Prisoner Wine Company (www.theprisonerwinecompany.com), una delle aziende di maggior successo della California enoica negli ultimi anni: The Prisoner, Saldo, Cuttings, Blindfold e Thorn. Tutti blend di Zinfandel, Cabernet Sauvignon, Syrah, Petite Sirah e Charbono, che hanno fatto della cantina, fondata nel 2000 da Dave Phinney, un vero e proprio punto di riferimento della regione vinicola, piazzando spesso e volentieri le proprie etichette nella Wine Spectator’s Top 100.
Una mossa che risponde alla necessità di “offrire ai consumatori vini di alta qualità, capaci di distinguersi, proprio come faranno le etichette di The Prisoner Wine Company - racconta al magazine Usa “Wine Spectator” (www.winespectator.com) il presidente della divisone wine & spirits di , Bill Newlands - perché il nostro obiettivo è quello di diventare leader nel mercato Usa dei vini premium, ed è in questa direzione che continueremo a costruire il nostro portafoglio, continuando a guardare alle opportunità che il mercato ci offrirà in tal senso”. Per un grande brand che entra, però, ce ne sarà più di uno pronto ad uscire: come spiega il network finanziario “Bllomberg” (www.bllomberg.com), infatti, Constellation si starebbe guardando intorno con tutta l’intenzione di “sacrificare” almeno una parte del suo business enoico in Canada, dove è leader assoluto, con 6 dei primi 25 marchi di vino da tavola, tra cui Jackson-Triggs, l’etichetta più venduta sul mercato, ed Inniskillin, uno degli ice wine più prestigiosi.
È un fermento continuo quello che anima le scelte di Constellation Brands, che nel 2013 ha deciso di puntare forte sulla birra, con l’acquisto di Corona, e solo un anno fa investito 1 miliardo di dollari per Ballast Point, senza però mollare la presa sul vino, anzi, alzando l’asticella, come dimostra lo sforzo fatto solo qualche mese fa, nel luglio 2015, per aggiungere al proprio portafoglio la griffe del Pinot Nero californiana Meiomi, pagata ben 315 milioni di dollari. Scelte premiate dal mercato azionario, come dimostra la crescita del valore delle azioni, prevista, per il 2016, in +6,11 dollari dagli analisti finanziari (il valore attuale è di 160,27 dollari per azione, ndr).

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