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CONTRO IL RISCHIO CONTRAFFAZIONI, L’UNIONE EUROPEA DICE STOP AL CONFEZIONAMENTO DEL PARMIGIANO REGGIANO ALL’ESTERO. COLDIRETTI: “E’ UN DURO COLPO PER LA CONTRAFFAZIONE DEL FORMAGGIO PIU’ IMITATO AL MONDO”

L’Unione Europea dice stop al confezionamento, taglio, porzionatura, grattugia o condizionamento del Parmigiano Raggiano all’estero per evitare la perdita delle caratteristiche organolettiche e soprattutto combattere il rischio contraffazioni per il formaggio più imitato nel mondo. A commentare l’adozione del Regolamento della Commissione Europea recante approvazione delle modifiche del disciplinare della Dop Parmigiano Reggiano nell’ambito del Comitato Permanente per le Denominazioni di Origine Protetta ed Indicazioni Geografiche Protette con la sola opposizione del Belgio, è la Coldiretti, secondo cui si tratta di “un duro colpo per la contraffazione internazionale di una specialità come il Parmigiano Reggiano che è il formaggio più copiato nel mondo e se la punta dell’iceberg delle imitazioni è il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia fino al Giappone, in vendita c’è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il Sud America, ma anche Pamesello in Belgio o Parmezan in Romania”.

Sul mercato europeo il formaggio, sottolinea la Coldiretti, è protetto dalle imitazione sulla base del Regolamento Europeo di Tutela delle Denominazioni che consente di intervenire giuridicamente anche se si moltiplicano i casi di imitazione. “Particolarmente grave - spiega la Coldiretti - è la situazione sui mercati extracomunitari come gli Stati Uniti dove a fronte di una importazione media dall’Italia di circa 10.000 tonnellate all’anno di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, si producono quasi 70mila tonnellate di Parmesan, tra Wisconsin, New York e California. In altre parole è originale solo una scaglia su otto”.

La decisione comunitaria che dà seguito alla richiesta del Consorzio Parmigiano Reggiano nasce dal fatto che l’esecutivo comunitario ha condiviso le motivazioni addotte per giustificare l’obbligo del confezionamento in zona, ovvero: la necessità di garantire l’origine del prodotto preconfezionato e a tale riguardo viene sottolineata la perdita nel formaggio grattugiato o in porzioni dei segni identificativi di questo ultimo; la perdita delle caratteristiche organolettiche originarie del Parmigiano Reggiano, per cui il confezionamento e la porzionatura devono avvenire in tempi brevi per evitare la disidratazione e l’ossidazione. Al fine di garantire il rispetto degli obblighi contrattuali in fase di esecuzione è stato accordato nel Regolamento approvato, conclude la Coldiretti, un periodo transitorio di un anno a favore degli operatori non stabiliti nella zona geografica delimitata che abbiano effettuato legalmente le operazioni di taglio e condizionamento del formaggio al di fuori della suddetta area almeno cinque anni prima del 16 aprile 2009.

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