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Corriere Della Sera / Economia

Il club dei 100 milioni brinda a due nuovi soci … Con la toscana Marchesi Frescobaldi e La Marca, il gruppo dei leader sale a 16 In testa sempre Cantine Riunite e Caviro. Boom per Santa Margherita, Martini e Botter... Tutte insieme rappresentano un fatturato di oltre 2,8 miliardi, un export che sfiora 1,9 miliardi e più di un miliardo di bottiglie. Ecco il club dei big del vino, le cantine che vantano un giro d’affari superiore a 100 milioni in chiusura dell’esercizio 2016. Alla vigilia della ima edizione del Vinitaly (Verona 9 - 12 aprile), la tabella anticipa alcuni dati dei maggiori competitor, al vertice della classifica delle oltre 100 cantine che sarà pubblicata nelle prossime settimane. Novità del 2016: il club dei 100 milioni si allarga e ora conta 16 protagonisti, 2 in più dello scorso anno. Le new entry? Marchesi Frescobaldi, storica casata toscana di proprietà dell’omonima famiglia, si presenta con un fatturato che raccoglie aziende produttive e altre attività del gruppo. La Marca vini e spumanti, è invece una coop veneta che sfoggia un incremento stratosferico del 33,7%, grazie al suo impegno concentrato nella produzione del Prosecco, le bollicine superstar che hanno messo il turbo agli affari di tanti produttori del Nordest. Con poco più di io° milioni a testa, Frescobaldi e La Marca si accomodano dunque di diritto alla tavolata dei big, accanto ai 1,4 habitué che da anni gareggiano nella fascia alta del mercato. A capotavola, irraggiungibile, c’è la coop emiliana Cantine riunite, con il controllato Gruppo italiano vini, titolare di un fatturato consolidato di 566,1 milioni di euro; al posto d’onore la Caviro di Faenza, corazzata della cooperazione con 227,2 milioni nella sola divisione vino; al terzo posto, con 193 milioni, la veneta Zonin 1821, la maggiore casa privata, proprietaria di aziende e vigneti in tutta Italia. Al quarto posto Marchesi Antinori. Con 192,2 milioni nel solo vino (il consolidato è di 218 milioni) la maison toscana rappresenta, tra l’altro, la più importante proprietà viticola privata (2.681 ettari di vigneti) e una capacità reddituale al top. Lascia la quinta posizione scendendo all’ottava, la coop Mezzacorona: il motivo è tecnico e dipende da un bilancio composto da soli n mesi (per ragioni di contabilità, dovute alle continue anticipazioni della vendemmia) e il risultato non è quindi comparabile con il 2015. Al suo posto sale il consorzio trentino Cavit (+6,65% di crescita), seguito da due aziende privale: la piemontese Fratelli Martini che ha ricominciato a correre (+9%) e la veneta Casa vinicola Botter. Entrambe evidenziano una preponderante attività all’export. Guadagna due posizioni il gruppo veneto Santa Margherita (più 32,8%). L’exploit si deve principalmente alla riorganizzazione realizzata negli Stati Uniti, con l’avvio della nuova controllata a Miami e la commercializzazione diretta di tutti i brand. Da anni il gruppo dei fratelli Marzotto sta macinando anni risultati sopra la media. Seguono l’Enoitalia della famiglia Pizzolo (incremento superiore al 9%) e l’Italian Ovine brand (quotata in Borsa, sul mercato Aim), due espressioni operative di taglio squisitamente industriale. Stando ai dati complessivi di mercato dell’Osservatorio del vino, il campione composto dai 16 big pesa per il 22,2% sul fatturato totale (stima 12,8 miliardi) e per il 33,8% sui 5,6 miliardi di export.

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