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Corriere Della Sera / Economia

Sempre più Cina, dove puntano le gradi etichette … Dal 9 al 12 il classico appuntamento a Verona... Con circa 50 milioni di ettolitri di vini e mosti, l’Italia si conferma per il secondo anno consecutivo il primo produttore mondiale, seguita da Francia (43 milioni) e Spagna (42 milioni di ettolitri). Sono alcuni dei dati che verranno presentati alla 514 edizione del Vinitaly, vetrina italiana e internazionale del buon bere, in programma a Verona dal 9 al 12 aprile. Un’annata caratterizzata dal ritorno di celebri marchi, come Gancia, e da un’imponente presenza asiatica. A oggi sono già duemila i nuovi buyer registrati, provenienti, oltre che dalla Cina, anche da Usa, Australia, Canada, Francia, Danimarca, Belgio, Germania, Giappone, Svizzera, Norvegia, Svezia e Russia. Nuovi arrivi previsti anche da Taiwan e Brasile e, nonostante la Brexit, il Regno Unito aggiunge all’elenco 400 nuovi buyer. I due più grandi mercati di Stati Uniti e Cina quest’anno avranno ampio spazio in fiera, anche perché nell’edizione passata i buyer che hanno partecipato sono stati nell’ordine del 4 - 130% dal Paese del dragone, e +25% dagli Usa. “Il mercato cinese cresce e crescerà, secondo stime, del 79% nel 2020”, dichiara Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. Non è più solo la classe benestante a esser sedotta dai calici, anche “la classe media che sta sempre più sostituendo il tradizionale consumo di distillati cinesi (come la grappa bianca) con bottiglie di vino europeo, che ha un buon rapporto tra qualità e prezzo”, dice il direttore. Tra le aziende cinesi presenti in fiera, “il gruppo 1919 che opera on e off line e gestisce duemila store in Cina. Si chiama così perché la società in 19 minuti consegna bottiglie di rosso a casa ovunque”, spiega Mantovani. Se ritardano, cresce lo sconto. “Ci saranno poi anche Alibaba e per la prima volta il gruppo cinese Cofco Group”. Nel 2016, l’export dell’Italia verso la Cina ha raggiunto quasi 324 mila ettolitri, con una crescita del 12% in quantità, ma di quasi il 33% in valore, per un totale di oltre 120 milioni di euro. “È l’inizio di una nuova era, a cui contribuisce anche la trasformazione del Vinitaly da ente autonomo a spa, con un piano di investimenti di 94 milioni di euro entro il 2020 - afferma Maurizio Danese, presidente di Veronafiere -. Sono stati investiti grandi capitali che porteranno importanti vantaggi. Investiremo su ristorazione, allestimenti e sul digitale per dare sempre più servizi ai nostri espositori”, segnala Danese. Tra le aree tematiche di quest’edizione: Vinitaly Bio, sul mondo del biologico certificato, ViViT dedicato ai vini artigianali e VinInternational (rossi e bianchi esteri), più le degustazioni e i momenti formativi. Ricco anche il calendario del fuori salone (29 mila presenze nel 2016). Oltre al centro di Verona, l’evento coinvolge anche Bardolino sul lago di Garda.

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