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Corriere Della Sera / Magazine

Dietro l’etichetta ... Anche lo champagne ha il suo “uomo immagine”... Benedetto di nome e di fatto. Cioè, talentuoso, ricco e pure bello. Benoit Gouez, 38 anni, è l’affascinante chef de cave di Moét et Chandon. A capo di un’equipe di 60 persone, stabilisce le percentuali dell’assemblaggio delle uve (pinot noir, pinot meunier e chardonnay), contribuendo a definire la personalità dello champagne. La sua ultima creatura, il Grand Vintage 2000, è stata appena presentata con una grande festa al Musée de l’Homme di Parigi. Circostanza che per una sera ha costretto Gouez a lasciare il buen retiro di Epernay dove vive in un’antica proprietà con la moglie, il figlio, tre galline e un cane.
Nato sotto i venti di Brest, Gouez ha studiato agronomia a Perpignan e dopo una serie di esperienze in California e Nuova Zelanda è approdato alla Moét et Chandon (oggi proprietà del gruppo Lvmh che comprende anche i rivali Veuve Cliquot e Dom Pérignon) dove da 8 anni è responsabile delle cantine. Dice Gouez che la passione per i vini non gli è stata trasmessa dalla famiglia. “Però quando nel weekend arrivo dai miei col bagagliaio pieno di casse di Brut Imperial sono tutti molto contenti”.

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