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Corriere Della Sera / Magazine

Quanto possono servire le tabelle antialcol nei bar ...
Ad integrazione delle tabelle alcoliche che i gestori dei locali di intrattenimento devono esporre, non sarebbe opportuno, con moral suasion, pregare i deejay delle discoteche d’invitare di tanto in tanto chi deve guidare di non fare uso di bevande alcoliche? Il messaggio sarebbe più diretto e più efficace. P. Cerullo Salerno

Non mi sembra una grande trovata quella delle nuove tabelle messe nei locali pubblici che dovrebbero spiegare quanto si può bere prima andare fuori di testa . Per capirle ci vuole una laurea in medicina o almeno in chimica. E dovrebbero essere rivolte soprattutto ai giovani, a scopo educativo.... F.Briglia Milano

Queste lettere e un’inchiesta appena pubblicata sul settimanale “L’Espresso” dal significativo titolo “Gioventù bevuta” ci spingono a tornare per la quarta volta quest’anno sul tema, che evidentemente sta a cuore a noi e ai nostri lettori, del consumo di alcol fra i giovani. Per quel che riguarda le tabelle esposte nei bar noi non pensiamo che siano inutili, per quanto come divulgatori ci facciano rabbrividire per la loro scarsa capacità di comunicare. L’informazione è sempre utile, anche quando non appare proprio “amichevole”. E va bene se i deejay danno una mano. Ma continuiamo ad avere dubbi sull’efficacia sociale di questo tipo di operazioni che ancora una volta sembrano preoccuparsi più del tasso alcolico dei guidatori che della salute generale della popolazione. Forse perché gli incidenti stradali che coinvolgono i giovani fanno più notizia delle migliaia di morti per cirrosi epatica o per cancro del fegato. Le “stragi del sabato” sera non sono, sia chiaro, un falso problema, ma sono soltanto uno degli obbiettivi di quella che dovrebbe essere una strategia di prevenzione. Si appendono interessanti tabelle in tutti i bar ma ci si guarda bene dall’intervenire in modo più deciso sui gestori di bar e locali vari, in modo che la smettano di vendere alcolici ai ragazzini di 14 anni. Ragazzini che non hanno ancora la patente, ma che quando l’avranno saranno già bevitori abituali. E’ questa oggi la vera emergenza, come appunto segnalato da noi più volte e ora dall’inchiesta dell’Espresso: il problema sono gli undicenni che si fanno i primi cicchetti . Il problema è la percentuale (quasi raddoppiata in dieci anni) del 18% di ragazzi dai 14 ai 17 anni che consumano alcolici fuori pasto. In questo quadro non vorremmo che le famose tabelle fossero semplicemente un altro alibi per quello che non si fa.

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