02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera / Sette

Alta cucina e prêt-à-porter dei fornelli. Ecco il segreto del successo di Eataly ... Trasformarlo “in una visita imperdibile come quella all’Empire State Building quando si è a New York. Inserirlo nella lista di quei luoghi come Harrods a Londra, Kdw a Berlino e Mitsukoshi a Tokyo dove ci si dà appuntamento”, spiega il 26enne Nicola Farinetti, figlio di Oscar, patron di Eataly (www.eataly.it), il tempio gastronomico nato in Italia (Torino, Bologna Pinerolo, Asti e Milano: si trova nel Coin P.za 5 Giornate), esportato in Giappone e ora approdato con successo a New York (www.newyork.eataly.it). Inaugurazione circa un mese fa al 200 della Quinta Strada all’ombra del Flat Iron, il grattacielo angolare soprannominato appunto Ferro da stiro. “I prodotti made in Italy che proponiamo sono quelli italiani e i brand hanno un forte impatto sugli americani proprio perché fanno parte della nostra storia e sono realmente quelli doc del nostro paese importati in loco”, aggiunge Farinetti jr. “Quello che colpisce di più gli americani che vengono a Eataly sono i “luoghi” dove dal vivo cuciniamo: impastiamo il pane, prepariamo il pesce, cuociamo la carne, diamo vita alla mozzarella”. Cose mai viste, sembra di capire.

7mila metri quadrati, 8 ristoranti monotematici e “circa 400 persone di team e 40 milioni di dollari di investimento sono Eataly New York”, racconta Lidia Bastianich, anchorman mediatica della gastronomia made in Italy e tra gli artefici del progetto. Al suo attivo 18 ristoranti negli States (a N.Y.: Felida, Del Posto, Esca e Becco) e trasmissioni tv come Lidia’s Italy “con audience di 50 milioni di persone tra Usa, Australia, Nuova Zelanda, Messico e tra poco il Middle East”, rivela. Segreto del successo? “Raccontare con semplicità cosa sta dietro la nostra italian way of life”. Anche con Eataly? “Sto pensando di fare corsi di italiano attraverso lezioni di cucina a tema. Creare un approccio diverso al cibo, alla nostra tradizione. Come nella moda c’è l’haute couture e il prêt-à-porter, a Eataly si può gustare in loco l’high cuisine ma anche comprarsi gli stessi prodotti che usiamo e portarli a casa a far da mangiare, spiega Bastianich”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su