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Corriere Della Sera

Ricerche e dibattiti: cresce negli Usa il vino transgenico ... Vino transgenico si o no? Negli Stati Uniti gran parte dei viticoltori e dei produttori sono favorevoli all’uso delle biotecnologie in campo enologico. Vera remora che potrebbe cadere: il dubbio che i consumatori europei, contrari al vino transgenico, possano bloccare un mercato molto ambito dai produttori statunitensi. Che il dibattito sia aperto, lo dimostra un’inchiesta in proposito, pubblicata sulla prima pagina del quotidiano Herald Tribune , dal titolo: «Modificazioni genetiche: vigne più robuste o uva acida?». I vignaioli d’oltreoceano sono molto sensibili all’ipotesi di coltivare viti transgeniche resistenti a malattie locali che falcidiano proprio i vitigni più pregiati. E la ricerca va loro incontro. Dennis Gray, professore di biologia dell’Università della Florida, ha annunciato il brevetto di un metodo per trapiantare nelle viti una versione artificiale di un gene del baco da seta che le rende resistenti ad attacchi batterici. Ricercatori della Cornell University hanno prodotto viti resistenti a funghi. L’ingegneria genetica può inoltre entrare direttamente nella produzione del vino. Scienziati canadesi hanno aggiunto nei lieviti per la fermentazione un gene che riduce l’acidità del vino senza sviluppare i bioprodotti che possono scatenare il mal di testa in chi lo beve. Mentre ricercatori sudafricani hanno creato un lievito modificato che permette di ridurre l’uso di conservanti.

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