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Corriere Della Sera

L'imprenditore - ALfredo Cazzola: «Idea ottima, ma occorre trovare il mercato giusto»

«Il vino come bene "liquido" è uguale agli altri beni, ma bisogna trovare il mercato giusto. E gli strumenti giusti: al momento il sistema-vino italiano non è così consolidato da avviare un sodalizio con la finanza». Ne è convinto Alfredo Cazzola, cinquantenne bolognese, re del Motor Show di Bologna, che ha scelto il mondo enologico per allestire al Lingotto Fiere di Torino, a novembre, un salone per produttori e professionisti del vino. Dottor Cazzola, uno dei convegni del salone sarà dedicato agli strumenti finanziari a sostegno del vino. In altri Paesi le cose vanno meglio. Perché?«La materia prima c’è e lo dimostrano questi anni di grande euforia, ma occorre crescere. C’è bisogno di formazione professionale, sostegno all’export, ricerca, innovazione, investimento e informazione. In Francia le vendite en primeur funzionano, da noi Gaja negli anni '80 e Castello Banfi nel '95 ci hanno provato con i futures , ma con risultati alterni». Proprio Gaja al salone non ci sarà…«Gaja non ci sarà, è vero, ma ha manifestato grandi segnali di simpatia per questa iniziativa che ci sta sorprendendo. Hanno dato la loro adesione in 600 quando la previsione era per la metà. Al 50 per cento saranno piemontesi, ricordo tra gli altri Mascarello, Prunotto, Cappellano, fra i toscani Castello di Ama e Rocca delle Macìe, Lungarotti per l'Umbria, Donnafugata tra i siciliani, La Vis per il Trentino, Castel De Paolis per il Lazio, Feudi di San Gregorio tra i campani. Ecco, tra gli obiettivi noi poniamo quello di scoprire i nuovi Gaja, Ceretto e Planeta del futuro». Lingotto vuol dire auto, vuol dire Slow Food, esiste già Vinitaly a Verona, gli spazi si restringono, non le pare? «L'effetto gigantismo di Vinitaly ha numerosi lati positivi, ma se il gigante non riesce a gestire la funzionalità emergono le critiche. Noi siamo una struttura di servizio, non diamo soltanto vetrina, ma anche cultura d'impresa, assistenza tecnica e commerciale. Con noi collabora l’Università Bocconi, tra i nostri partner ci sono produttori, Consorzi, winebar, enoteche, tra cui l'Enoteca Italiana e quella Regionale del Piemonte, ristoratori». Per questo ospiterete soltanto gli addetti ai lavori? «Rigorosamente addetti ai lavori. Per crescere c'è bisogno di competizione e professionalità. Va bene il Turismo del vino, ma chi gestisce la cantina deve imparare ad aprire le porte». Con l'attuale crisi internazionale alcuni osservatori prevedono per il prossimo anno un calo dei consumi di vino tutto a sfavore della ristorazione… «E' prematuro fare ipotesi, siamo in una fase emozionale. Tuttavia i problemi con l'export, da parte delle aziende, sono già realtà».

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