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Corriere Della Sera

Wine Spectator: primo un rosso Ornellaia. Quattro vini italiani nella classifica 2001 delle migliori bottiglie ... E’ ancora italiano, per il secondo anno consecutivo, il miglior vino del mondo scelto dall’autorevole rivista americana Wine Spectator . Questa volta, è l’Ornellaia, un rosso prodotto a Bolgheri nella tenuta del marchese Lodovico Antinori, a ribadire il momento magico dei nostri vignaioli. Una questione di gusto per gli americani, veri appassionati del blend che ha il Cabernet come stella assoluta. Il marchese si vede premiato dopo anni di lavoro e di autorevoli consulenze in cantina, dall’ungherese Tibor Gal al francese Michel Rolland, mago del Merlot che fece innestare le vigne del nobiluomo toscano con cloni arrivati da Pomerol. Ecco, Cabernet Sauvignon più Merlot hanno stregato il palato dei degustatori americani chiamati a valutare undicimila assaggi. «Prigionieri del gusto», ha provocato qualcuno, ma il mercato Usa in questo momento chiede ancora vini prodotti con vitigni internazionali. E i produttori italiani sono davanti a tutti. Il giornalista James Suckling è esplicito: «Siete diventati una nuova forza». Già un anno fa il Solaia , Supertuscan realizzato dal marchese Piero Antinori, fratello di Lodovico, regolò francesi e californiani, obbligati a cedere lo scettro. Il successo del vino italiano è completato da altre tre bottiglie tra le prime dieci, 19 tra le cento elette dell’anno 2001. Al quarto posto Avignonesi, dei fratelli Falvo, con il Nobile di Montepulciano riserva ’97, piacevole sorpresa di questa graduatoria, poi Guado al Tasso ’98, etichetta di Piero Antinori, in sesta posizione e, in settima, Pio Cesare Barolo ’97.
Secondo, alle spalle dell’Ornellaia troviamo il francese Cheval-Blanc, un premier gran cru classè composto di uve Cabernet franc e Merlot, ricavati da 40 ettari di vigneto a Saint Emilion. Il meglio del Bordeaux, secondo molti, il capriccio di Bernard Arnault che nel ’98 lo ha acquistato con l’amico Albert Frère. Secondo il direttore della maison, Pierre Lurton: «Un miracolo prodotto dall’armonia tra territorio e clima». Terzo posto per un californiano della Napa Valley, il Viader, secondo un anno fa, assemblaggio, è regola, di Cabernet. Menzione per il San Leonardo Vallagarina del marchese Carlo Guerrieri Gonzaga, dodicesimo, il Langhe Sperss ’97, del re di Barbaresco, Angelo Gaja, lo Chardonnay di Planeta, e il Soave La Rocca di Pieropan. Gli Antinori, uniti dal successo e dimenticati vecchi rancori ripartono insieme. Lodovico, Piero e Ilaria creeranno nuove bottiglie grazie a 65 ettari di vigneti a Bibbona, in Maremma. La nuova avventura sarà affidata al venticinquenne Nicolò Marzichi Lenzi, figlio di Ilaria.

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