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Corriere Della Sera

Toscana - Grandi rossi sul palco: settimana di passione tra le colline senesi. Montepulciano, debuttano le nuove annate. Pronto il Chianti. Brunello '97: insuperabile ...

La malinconia dei cipressi, il fascino di opere d'arte uniche, la bontà del vino, che qui nasce dai vitigni di Prugnolo Gentile, lo stesso che a 35 minuti di auto, a Montalcino, chiamano Sangiovese grosso. Nobile di Montepulciano e Brunello sono, insieme al Chianti classico, i
grandi rossi di Toscana che vivranno dal 13 al 16 febbraio la loro settimana di passione. Nelle cantine, scavate nella roccia e nel tufo, sotto la
duecentesca chiesa di Santa Maria Dei servi, appartenute al convento dei padri Serviti, si respira il passaggio della storia di questo vino. E la nascita del Poliziano avvenuta qui, nel 1454, principe degli Umanisti e amico di Lorenzo il Magnifico, con le rare collezioni e la pinacoteca riunite a palazzo Neri-Orselli, conferiscono a questo luogo un'aura magica.
Al viaggiatore e "gourmet" attento non può sfuggire la grande capacità enologica dell'azienda Avignonesi della famiglia Falvo. Il loro Vin Santo, creato con varietà locali, resta una perla nel panorama dei vini da meditazione. Ma è a Montalcino, l'esperimento più riuscito del binomio vino-terroir, che quest'anno si gongola. E' in uscita il 1997, annata già definita grandiosa, premiata con il massimo riconoscimento, le cinque stelle. «La migliore vendemmia della mia vita», dice Franco Biondi
Santi che è la leggenda del Brunello. Questo rosso, potente e complesso, è nato proprio nei suoi 14 ettari di vigneto nella tenuta Il Greppo. Jacopo, suo figlio, produttore a Montepò, aggiunge:« Ci sono le premesse per equipararla al '55, il capolavoro di mio nonno Tancredi». Quella bottiglia è stata celebrata dalla rivista americana "Wine Spectator" come il miglior vino italiano, tra i 12 eletti nel mondo, del Novecento. La tradizione continua e si affacciano nuove interessanti realtà, come la tenuta di Gianfranco Soldera e l'azienda di Giancarlo Pacenti che lavora in collaborazione con la facoltà di Enologia di Bordeaux. L'unicità di questo territorio passa anche tra le mura del convento di San Francesco che ospita gli affreschi del Sodoma e il museo diocesano d'arte. Ma il gioiello romanico è l'abbazia di Sant'Antimo. Una sosta golosa si può fare all'osteria del vecchio castello alla Pieve di San Sigismondo per provare l'antico peposo. La bottiglia giusta invece va cercata all'enoteca Osticcio di Francesca e Tullio Scrivani. Uno sguardo al Chianti classico. Da qualche stagione la qualità è in netto miglioramento. Lo si deve a una serie di produttori, tra loro Badia a Coltibuono, Fattoria La Massa, Castello di Brolio, Nittardi e Castello di Fonterutoli. Non tutte le aziende aderiscono però al Consorzio che usa il simbolo del Gallo Nero.

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