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Corriere Della Sera

Agrodolce - Barricadiero, capitano di ventura ... «Barrique no, barricate sì» è l’affermazione coraggiosa e allegra di Bartolo Mascarello, un vignaiolo cui mi lega profonda amicizia, proprio per il coraggio delle posizioni politiche e per la gioia dei Barolo. All’apertura d’ogni sua bottiglia mi torna in mente quel vecchio signore piemontese di un racconto di Giovanni Arpino. Morente, chiese un’ultima bottiglia. Gli fu stappata accanto. Pochi istanti... «Bastardi - disse ai parenti gessosi immobili attorno - non è il Barolo della terza nicchia». Gli era mancato l’aroma. Quell’aroma barolesco che invade la stanza di Bartolo. Più che aroma è respiro o meglio fiato, ebbro e caldo. Colore, profumi e sapori esigono lungo ascolto. Rivelano appieno l’austerità, il nerbo saldo e la stoffa aristocratica. Bartolo - sicuro per età ed esperienza del valore per i suoi vini della botte grande - ha sempre disdegnato la barrique (ch’io chiamo carato). Ho avuto ed ho rispetto dei miei vignaioli; ottimi i loro vini, mutino nulla. Il carato è da provare per quei cru che si vogliono più grandi (e proprio per ciò anche le loro uve vengono coltivate, già nella vigna, in esasperata selezione).
Pensa te se non assaggio il Barricadiero ... Produttori del Barricadiero sono cinque ragazzi - Enrico, Lorenzo, Federico, Franco e Paolo - della comunanza agricola Aurora di Offida. Mi hanno inviato il loro Barricadiero nelle annate 1997, 1998 e - sottratto al carato col cosiddetto ladro - il 2000. Il vino - un rosso a base di uve montepulciano e sangiovese - si fa di anno in anno, con la crescita delle vigne, più importante. Un capitano di ventura, ho esclamato al primo assaggio, 1997. Il 1998 è meglio. Il 2000, complesso e consistente, mi fa affermare: non un capitano di ventura, un condottiero.
I cinque ragazzi affermano: «Il legame con i luoghi è sempre stato molto importante per il contadino, per noi è la concretizzazione dei nostri sogni giovanili, realizzati in una terra suggestiva per il paesaggio e per la magia dell’antica civiltà appenninico-sibillina delle Comunanze». Comunanza: società comunitaria antecedente ai Piceni, regolata da norme che escludevano la proprietà privata per una convivenza pacifica ed egualitaria.

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