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Corriere Della Sera

Da non perdere: bianchi e rossi dai vigneti d’alta quota ... Non esagerano davvero gli esperti quando trattando di Morgex parlano di viticoltura estrema o eroica. Siamo infatti nella zona vitivinicola più alta d'Europa, in fronte al Monte Bianco, dove i vigneti si arrampicano sul fianco della montagna fino a 1200 metri di quota. Per coltivare questi vigneti occorre amore e fatica, la capacità di sopportare costi dieci volte superiori a quelli di un vigneto di collina, e accettare qualche rischio come la valanga (quest'anno è caduta la notte del 27 febbraio) che scende in mezzo ai filari di viti e spesso porta distruzione. Qui non è mai arrivata la filossera (l'insetto che ha distrutto la viticoltura europea) e le viti sono franche di piede, senza portainnesto, allevate con l'antico sistema della pergola bassa con i tralci sorretti da pietre di granito. Solo qui si coltiva il Prié Blanc, vitigno autoctono, da cui si ottengono vini bianchi particolarissimi, nei quali si ritrova intatta l'emozione di un territorio.
Il Blanc de Morgex et de La Salle tradizionale è un bianco femmineo fruttato e delicato. La selezione Rayon è un bianco dai profumi floreali più marcati e sapore più concentrato. Mentre lo Chaudelune, ottenuto con un procedimento simile a quello degli eiswein tedeschi, da uve appassite in pianta e congelate, è un vino singolare, dolce e non dolce allo steso tempo, ricco e vellutato, perfetto per essere abbinato a formaggi erborinati o bevuto come vino da meditazione. Questi vini di montagna possono essere acquistati alla cooperativa di piccoli produttori della zona, la Cave Cooperative du Vin Blanc de Morgex et de La Salle (Morgex, tel. 0165/800331, nella foto il direttore Gianluca Telloli ).

Le cantine: piccole terre di uve antiche

La famiglia Vevey (Morgex, tel. 0165/808930) dispone della proprietà di un ettaro di vigneto. Niente se si paragona ai normali vigneti di collina, ma una specie di latifondo sugli impervi declivi di Morgex. Da più di trent'anni la maison fondata da Albert Vevey , è uno dei nomi storici e più conosciuti del vino della Vallée. Il suo Blanc de Morgex, floreale flessuoso e piacevolmente acidulo, esce sempre più che bene in tutte le annate. Altro piccolissimo viticoltore eroico di Morgex è Ermes Pavese (frazione La Ruine, tel. 0165/800053), che coltiva un francobollo di vigneto che a malapena raggiunge il mezzo ettaro, dal quale ricava poche bottiglie di un Blanc de Morgex più nervoso e vegetale degli altri. Per completare il quadro non si può non citare Carlo Celegato (Morgex, tel. 0165/809461) che «invade» il mercato con mille bottiglie di un Blanc de Morgex leggermente più aromatico degli altri. Basta percorrere pochi chilometri per arrivare all'inferno, inteso come l'Enfer del paese di Arvier, un ambito vitivinicolo di straordinaria bellezza, situato sotto le pareti rocciose a precipizio, perfettamente esposto a sud. In tutto sono all'incirca quattro ettari di vigneti, coltivati con amore da un piccola cooperativa di una cinquantina di soci, la Co-Enfer (Arvier, tel. 0165/99238). Con le uve autoctone del Petit Rouge al quale si aggiunge un po' di Pinot Nero si ottiene l'Enfer d'Arvier doc, un vino non molto strutturato, ma flessuoso, con un bel profumo di fiori rossi e di piccoli frutti, moderatamente corposo, persistente.

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