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Corriere Della Sera

Agrodolce - Quella lezione di André Tchelischeff ... Ho viaggiato - primi anni Ottanta - la California, con la precisa volontà di scoprirne e capire le vigne e i vini. Ad ogni incontro superbo (quattro o cinque al giorno) puntuale l’affermazione: quella vigna, quel vino, era stato messo a punto da «Célicef». Rientrato in Italia, ritenni necessario far conoscere André Tchelischeff - allora più che ottantenne, russo, figlio d’un generale delle armate bianche, fuggito da Mosca diciassettenne per la Rivoluzione d’Ottobre - ai produttori italiani. Grazie al diretto intervento su Tchelischeff di Lodovico Antinori, il convegno - primo atto del «Seminario Permanente di studi vitivinicoli» che porta, con qualche immodestia, il mio nome - ebbe luogo, 20 maggio 1983, nel palazzo Antinori a Firenze. Una lezione sull’uso della barrique. Con una premessa: avrebbe richiesto tecniche a livello artigianale del massimo rigore, diverse da luogo a luogo e per ciascun vino. Di contro, ne sarebbe nata, anche in Italia, una meditata e redditizia enologia. Con intima gioia ho letto, nei giorni scorsi: l’Ornellaia del marchese Lodovico Antinori primeggia nella classifica annuale Wine Spectator dei cento migliori vini del mondo. Neppure è banale che l’Ornellaia nasca da una vigna di ugual nome, Ornellaia (terra d’ornielli, alberi mitici, in quanto donatori di manna), a poche centinaia di metri - e uve, pressapoco - da Sassicaia. Tutt’attorno, nel comune di Castagneto Carducci, altri grandi vini rossi e tutti, ma proprio tutti, con l’uso intelligente del carato (così io chiamo la barrique ): il Grattamacco di Piermario Meletti Cavallari, il Guado al Tasso del marchese Piero Antinori, il Paleo di Eugenio Campolmi, il Masseto, ancora del marchese Lodovico Antinori, il Piastraia di Michele Satta. Né dico dei bianchi ... Di qui, non solo il rispetto, l’ammirazione per le buone autorità. Si aggiunge, per Monica Giuntini - sindaco di Castagneto Carducci - l’affetto. Mi è quindi facile chiederle, oltre che pei vini, la denominazione comunale per i suoi altri giacimenti gastronomici: l’olio di oliva di frantoio, l’insalata, i carciofi, le fave, le zucchine, le fragole, la selvaggina, il miele, la manna.

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