02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

Battaglia del pesto ... Dopo parmigiano e prosciutto, l’ultima sfida alimentare. La Regione in campo contro i prodotti stranieri ... Questo episodio la dice lunga su quanto in Italia i nervi siano scoperti quando si tratta di prodotti tipici. Uno stato d’allerta non del tutto ingiustificato dal momento che non passa giorno senza assistere a un nuovo tentativo di imitazione di uno dei gioielli della tradizione alimentare italiana. Lasciate perdere le imitazioni delle borsette di Prada o Gucci, sembra che i falsari si stiano dedicando con maggiore gusto alla copia di formaggi e salumi made in Italy. Il Consorzio del Parmigiano Reggiano, per esempio, ha appena vinto una battaglia davanti alla corte di Giustizia dell’Unione Europea contro un’azienda che voleva vendere con il nome di Parmesan un formaggio grattuggiato generico. Il consorzio del Gorgonzola, con un’altra azione legale, ha bloccato la vendita del Cambozola, formaggio tedesco che voleva sfruttare la fama del celebre erborinato italiano tutelato dalla Dop (Denominazione di origine Protetta).
Ma non sempre l’origine e la tradizione riescono ad avere ragione. In California e in Australia si imbottigliano Marsala, Chianti, Porto e Champagne senza alcun problema. Il Consorzio del Prosciutto di Parma sta combattendo una battaglia in Canada contro un’azienda che ha registrato il nome «Prosciutto di Parma» e lo usa per vendere un prosciutto fatto nell’Ontario. Per imporre le sue ragioni il Consorzio di Parma ha registrato il marchio The true Parma ham . Allo stesso modo il Consorzio del Parmigiano ha registrato i nomi Parmigiano Reggiano, congiunti e disgiunti, in Canada e in Usa per proteggere il suo prodotto. Ma qualche furbo ha pensato bene di registrare il nome «Reggano», con una «i» in meno per vendere tutt’altro formaggio. Così in Argentina si produce il «Reggianito». «Il problema - spiega Riccardo Ricci Curbastro, presidente di FederDoc, l’associazione dei consorzi di tutela delle Doc del vino - è la diversa mentalità anglosassone, loro che sono i fautori del copyright , non danno alcun valore all’origine e alla tradizione di un prodotto. Per loro non è comprensibile che una specialità alimentare riesca così buona solo perché prodotta in un determinato luogo».

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su