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Corriere Della Sera

Vigne senza grappoli, la grandine cancella un milione di bottiglie di Barolo. Colpiti 400 ettari in cinque Comuni ... Cinquanta minuti di grandine tolgono il sorriso ai vigneron piemontesi. Sono quelli dei grandi cru del Barolo. Le vigne di 5 comuni, su 11 compresi nella Docg, sembrano campi di battaglia dove la lunga teoria di pali senza neppure una foglia mette angoscia. Quel che resta di una vendemmia che non si farà sono venti centimetri di poltiglia di ghiaccio allineati tra i filari ormai senza un grappolo. Circa 400 ettari colpiti dal maltempo, un milione di bottiglie perse per un mancato fatturato che avrebbe potuto raggiungere i 35 milioni di euro sono le prime stime. Cerequio, Brunate, Annunziata a La Morra, Cannubi, Sarmassa, Villero, Bricco Boschis è l'elenco eletto di questa Spoon River delle uve Nebbiolo rase al suolo. «Quasi un'offesa arrivata dal cielo», dice sconsolato Bruno Ceretto. La sua azienda non produrrà il Bricco Rocche, un Barolo apprezzato nel mondo, seimila bottiglie mancate per un danno valutabile un milione di euro. La Langa colpita si guarda sconsolata e Ceretto ricorda l'immagine di un anziano vignaiolo sorpreso in lacrime, con la testa tra le mani, immobile davanti al raccolto distrutto. Da tempo non si ricordava un flagello del genere.
Michele Chiarlo, produttore di Calamandrana, ha vissuto in prima persona il dramma. «Ero in vigna, a Cerequio, quando una spessa nebbia, apocalittica, ha avvolto la zona, poi tra le 16,15 e le 17,05 di martedì i chicchi di grandine hanno compiuto un sortilegio inaudito. A fatica ho raggiunto l'auto, la strada per La Morra sembrava cancellata dalla furia del maltempo». Niente Barolo anche per lui, trentamila bottiglie perse e vigneti completamente sfigurati. Stessa sorte a La Morra è toccata al cru Conteisa di Angelo Gaja e nella proprietà di Serralunga d'Alba. Il lungo elenco comprende anche Contratto, Roberto Voerzio, Paolo Scavino a Castiglione Falletto, dove non è rimasta traccia dei grappoli del Bric del Fiasc. In frazione Annunziata a La Morra musi lunghi in casa di Elio Altare. Dopo la disavventura dei tappi avariati, un'altra tegola su questo degnissimo produttore di Langa. «Non sono ancora andato in vigna a vedere i danni», dice con amarezza. Ma guarda avanti: «Noi contadini conviviamo con le stravaganze del clima e tutto sommato dobbiamo essere contenti, perché veniamo da sette annate ottime. Dopo 36 vendemmie accetto serenamente questo scempio». Il suo Barolo Arborina, circa settemila bottiglie, non verrà prodotto. Tra i «Barolo boys», l'ultima generazione di barolisti che hanno investito anima e corpo nella conduzione di vigneto e cantina, la preoccupazione di Luciano Sandrone è palpabile. Saltano le 13.000 bottiglie preventivate di Cannubi Boschis, un rosso di grande stoffa. Appena ultimata la nuova cantina a Barolo, il produttore allarga le braccia: «Un danno rilevante per la mia azienda, gli investimenti vanno onorati e le banche non aspettano». La Langa non si piega e di fronte alla prospettiva del declassamento dell'annata si prende tempo. Al Consorzio rifiutano l'allarmismo. E' fiducioso il direttore, Claudio Salaris: «La vendemmia si decide tra una ventina di giorni e qui si spera ancora nel sole di settembre. Non avremo l'annata a cinque stelle, questo appare chiaro, ma non è detta l'ultima parola».
Un'annata storta da Nord a Sud. Il ciclo vegetativo della vite è stato caratterizzato da gelo, caldo, grandine, siccità e nubifragi. Ne è scaturita la vendemmia più scarsa degli ultimi 45 anni. Non saranno prodotti più di 47 milioni di ettolitri di vino.

La scheda

Le bottiglie: il Barolo deve essere ottenuto unicamente da uve Nebbiolo. Le uve provengono dal territorio di 11 comuni Docg: Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi.

I vigneti: gli ettari sono 1.456, le aziende 753, la produzione oscilla tra i 7 e gli 8 milioni di bottiglie. La resa in uva per ettaro è di 80 quintali. Il periodo di affinamento deve essere di almeno 3 anni (5 per il Barolo Riserva) a partire dal primo gennaio successivo alla vendemmia. Invecchia fino a 20-25 anni.

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