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Corriere Della Sera

E in Europa rispunta la tassa sul vino, il no dell’Italia. Il ministro Alemanno: ci impegneremo per bloccare questa ipotesi ... Ogni tanto torna sui tavoli della Commissione europea. E ogni volta in prima fila a fare gli «scongiuri» c’è l’Italia: è riemersa ieri l’ipotesi della cosiddetta tassa sul vino, un’accisa che colpirebbe gli amanti delle bottiglie di rosso e bianco nei Paesi produttori europei, come l’Italia, che beneficiano di un’aliquota pari a zero. E che ha trovato l’opposizione del ministro dell’Agricoltura Giovanni Alemanno. Per un balzello nuovo un altro vecchio non meno importante per gli italiani potrebbe però cambiare: la tassa di immatricolazione delle automobili che per Bruxelles dovrebbe sparire nell’arco dei prossimi 5-10 anni per fare posto a una nuova tassa di circolazione armonizzata e un’altra sui carburanti. Un modo per spostare il carico fiscale sull’effettivo utilizzo dell’automobile. E per evitare una doppia tassazione per chi sposta il proprio mezzo da un Paese all’altro dell’Unione Europea. La tassa sul vino e sugli alcolici era stata messa in cantina sei mesi fa anche in seguito alle proteste di produttori e consumatori. Un copione che si è ripetuto ieri: la Confederazione italiana agricoltori ha già fatto i conti in tasca alle famiglie italiane che si troverebbero a dover pagare 500 milioni di euro in più a causa del rialzo dei prezzi. E proprio per sottolineare il proprio no all’ipotesi ieri il ministro Alemanno ha telefonato al collega dell’Economia Giulio Tremonti per chiedere di fare fronte comune. Le discussioni sulla tassa, riprese tra i corridoi della Commissione, sono state confermate all’agenzia di stampa Ansa da fonti comunitarie presenti a Nyborg, nel sud della Danimarca, dove ieri si è tenuta la riunione informale dei ministri dell'Agricoltura europei. La Commissione dovrebbe già avere domani un dibattito di orientamento e il risultato potrebbe essere una spaccatura visto che non tutti i commissari vedrebbero di buon occhio l'iniziativa. Non sembrano al contrario esserci dubbi sulla volontà di modificare la tassa di immatricolazione delle automobili. Bruxelles raccomanda agli stati membri di iniziare a ridurre progressivamente questa tassa con l’obiettivo di arrivare all’abolizione in 5-10 anni. Per i tecnici della Commissione, la sostituzione con una tassa di circolazione affiancata da un nuovo balzello sulla benzina permetterebbe di non far diminuire la pressione fiscale in Europa (che nell’intera Ue copre il 3% del Pil) legando però le imposte all’effettivo utilizzo dell’automobile. E quindi anche al contributo di ogni automobilista alla produzione di anidride carbonica. Il risultato? In pratica, accanto all’accisa sul vino arriverebbe la prima tassa per i singoli cittadini «sull’inquinamento».

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