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Corriere Della Sera

Novello, il piacere della discordia: leggero, fruttato, a bassa gradazione piace a molti, ma non tutti gli intenditori lo apprezzano. Da mercoledì in vendita 20 milioni di bottiglie. Prezzi tra i 3 e i 7 euro ... Il vino novello, primo test dell'ultima vendemmia non esaltante, arriva nei wine bar, enoteche e nelle piazze d'Italia, col suo carico di attesa e contraddizioni. Fenomeno di costume e mercato in crescita, prima ancora che valore assoluto in quanto assaggio d'esordio della stagione, questa bottiglia è apprezzata per i profumi fruttati, il gusto leggero, la bassa gradazione alcolica, il colore rubino, da consumare nei prossimi cinque mesi. Non tutti condividono. A Milano all'enoteca Cotti un esplicito cartello non lascia dubbi sulla scelta del titolare: «Non si vende vino novello». Dalle cantine di circa 350 aziende usciranno tuttavia 20 milioni di bottiglie per un fatturato che raggiunge gli 80 milioni di euro. Un buon business che è messo bene a fuoco dall'enologo Franco Giacosa: «A questo vino non si può chiedere quanto non può dare. Negli ultimi tempi i produttori hanno lavorato su prenotazione per non saturare il mercato. Una correttezza di fondo per tutelarlo e difenderne l'immagine. Soltanto così può essere considerato testimone significativo della qualità della vendemmia appena conclusa». Il metodo di vinificazione è stato messo a punto negli anni Cinquanta dal ricercatore francese Flanzy: le uve non vengono pigiate e quindi fermentate, come nel caso dei vini tradizionali, ma sottoposte a macerazione carbonica per conferire il caratteristico gusto amabile. I vitigni maggiormente utilizzati sono merlot, sangiovese, cabernet, corvina, rondinella, montepulciano e barbera. Antinori, Castello Banfi, Frescobaldi, Zonin, Pasqua, La Vis, Tasca d'Almerita, Rocca delle Macie, sono alcuni dei più noti produttori che si incontreranno a Vicenza per il Salone dedicato al novello e curato dal mensile "Civiltà del Bere", dove a mezzanotte di domani, lunedì 4 novembre, si svolgerà il déblocage. Poi dal giorno 6 via alle vendite. I prezzi dovrebbero oscillare tra i tre e sette euro. Ma per le etichette al top bisognerà pagare qualcosa di più. Gli italiani da tempo giocano d'anticipo sui francesi che faranno arrivare nel nostro Paese le casse del Beaujolais nouveau a partire dal 21 novembre. Una sfida a distanza che, pur vedendo l'Italia indossare i panni dell'inseguitore, la pone in evidenza con un incremento, negli ultimi quindici anni, del trecento per cento nella produzione. Veneto e Toscana guidano la lunga teoria di cantine dove viene realizzato il 50 per cento del novello. Al Sud la novità è rappresentata dalla Puglia con circa un milione di bottiglie. Nuovi stimoli, ma non per tutti. Una prestigiosa firma del Chianti, Castello di Fonterutoli, non ha mai preso in considerazione la possibilità di produrlo. «Non è calzante con l'immagine della nostra azienda - dice uno dei titolari, Francesco Mazzei - ma gli riconosciamo un merito: per i giovani e i meno esperti il novello può rappresentare un primo passo per avvicinarsi al mondo del vino».

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