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Corriere Della Sera

Le Vie del Gusto - Arriva il Brunello, un’annata a quattro stelle: Montalcino, sul mercato le bottiglie del ’98. Da tutto il mondo per le degustazioni nella Fortezza ... Qui si può approdare da scultori e ritrovarsi vignaioli convinti. Invaghiti dei luoghi. Bastano meno di vent’anni, come è accaduto a Sandro Chia. Il risultato è visibile: un magnifico restauro del Castello Romitorio, autoritaria fortificazione del Trecento, e un avvolgente Brunello ricavato da ventidue ettari di vigna. «Un autentico sogno», fatto di pietre e 200 mila bottiglie ammette l’artista, che trascorre buona parte dell’anno su queste colline, ma anche attrazione fatale. «Vent’anni fa comprai terra e pecore. Il mio lavoro è una vacanza che è nata insieme a me, una contraddizione forse, ma che sa di avventura, e l’avventura continua». Come quei 15 ettari in preparazione a Scansano, dove lo scultore, assistito dal suo collaboratore Carlo Vittori, produrrà il Morellino. Stessa sorte fatale per l’ex assicuratore milanese Gianfranco Soldera. Bizzarro e raffinato quanto basta per ricavare da sei ettari appena novemila bottiglie. Amante della botte grande, nella sua azienda Case Basse farà degustare, la settimana prossima, il suo ’97. Grande annata, uscita però per tutti gli altri dodici mesi fa, quando il mondo ha attribuito al Brunello la migliore bottiglia prodotta dal dopoguerra. Con «Benvenuto Brunello», venerdì e sabato prossimo, alla Fortezza, Montalcino celebrerà l’annata ’98, quattro stelle, un gradino sotto alla precedente, ma ugualmente da ricordare per forza e profumi. E’ attesa anche la Riserva ’97, soltanto 500 mila bottiglie. Sarà peggio invece per l’attribuzione delle stelle alla vendemmia 2002, in commercio tra cinque anni. Una stagione meteorologica sfortunata ha spento il sorriso a molti produttori. L’autorevole Franco Biondi Santi, per esempio, ha scelto di non fare il suo Brunello alla tenuta del Greppo. «E' la seconda volta in dieci anni - ricorda il figlio Jacopo - e tutto sommato non è una brutta media». Chi ha osato di più è Giancarlo Pacenti, che ripercorre l’andamento disastroso di metà settembre: «Ricordo in vigna l’impiego di dieci uomini a gettare via grappoli rovinati dal maltempo. Tra i filari esposti a Nord, su sette ettari, sono stati scelti 12-13 quintali per ettaro; a Sud è andata un po’ meglio, siamo riusciti a salvare circa il sessanta per cento». Pacenti sta vivendo un momento magico, il suo Brunello ha ottenuto 97 punti dal quindicinale americano Wine Spectator e il lavoro in collaborazione con la facoltà di Enologia di Bordeaux del professor Yves Glories porterà nuove opportunità. Secondo Stefano Campatelli, direttore del Consorzio, tuttavia l’ottimismo non deve mancare: «Seppure il 2002 è annata difficile, è sbagliato generalizzare: sono convinto che a qualche produttore non andrà così male». Il Brunello, che si ottiene da Sangiovese grosso, è ormai una griffe consolidata nel mondo, come i gioielli di Bulgari e la Ferrari. Si avvale di un territorio magico fatto di arte, storia, paesaggio ed enogastronomia. Gli ettari complessivi sono 24 mila, metà tenuti a bosco e 3000 a vigna. Di questi ultimi, 1500 sono coltivati a Brunello. Le bottiglie prodotte sono 5 milioni, per un giro d’affari di 143 milioni di euro. Meno di un milione di viaggiatori e turisti, durante l’anno, non si fanno mancare una visita fra queste strade strette e ripide. Un affare da 80 milioni di euro. Chiesa e convento dell’Osservanza, occupata dal ’500 dai Padri Minori Osservanti, e la romanica abbazia di Sant’Antimo meritano il viaggio. Anthony Hopkins, George Clooney, Matt Dillon e il principe Carlo d’Inghilterra sono alcuni dei più noti frequentatori di Montalcino. Arte e vino si troveranno accomunati sabato prossimo al teatro degli Astrusi, per la consueta posa della mattonella dedicata al Brunello. Questa volta la firma è di Roberto Cavalli.

Le aziende: Mastrojanni emerge con Schiena d’Asino

I produttori del Brunello si sono moltiplicati: ora sono 150. Tra i piccoli e medi produttori al vertice assieme a Salvioni (nella foto con la moglie ) c’è Mastrojanni (Castelnuovo dell’Abate, tel. 0577.835681) che convince con la riserva Schiena d'Asino, vino nervoso e con carattere. Talenti (Sant’Angelo in Colle, tel.0577.844064) produce un vino polposo ed elegante. Siro Pacenti (via Pelagrilli 1, tel. 0577.848662) si mette in evidenza per un Brunello corposo e profondo. Andrea Costanti (Colle al Matrichese, tel.0577.848195) è erede di una delle più antiche aziende del comprensorio e difficilmente sbaglia un Brunello, sempre ricco e longevo. Tra i grandi non si può non citare Biondi Santi (il Greppo, tel. 0577.848087) con il suo Brunello assurto a ruolo di classico. Un discorso a parte va fatto per Sugarille , che è il Brunello - molto elegante - interpretato da Gaja a Pieve di Santa Restituta (tel. 0577.848610) e per Soldera (Case Basse, tel. 0577.846135), che ha un suo inconfondibile stile poderoso. Tra gli emergenti Le Macioche (Sant’Antimo, tel. 0577.849168) e Donna Olga (loc. Friggiali, tel. 0577.849314). (arretrato de "Corriere della Sera" del 9 dicembre 2003)

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