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Corriere Della Sera

Berlusconi non compra più il castello, polemiche sulla «Toscana nemica». Il premier e la contestazione subìta: ma ho deciso così per altri motivi. Il sottosegretario Tortoli: regione «buco nero» della democrazia. Il sindaco di Montalcino: il nostro non è un paese incivile ... Se n’era invaghito, voleva farsi un regalo. Ma alla fine non lo comprerà. Silvio Berlusconi ha lasciato cadere l’offerta (20 milioni di euro trattabili) per il castello di Velona, appena fuori dal borgo di Montalcino, mura del 1050, 23 suite con piscina, 21 ettari di terreno, 6 di oliveto e 5 di vigneto che produce 35.000 bottiglie di Brunello all’anno. La gente del posto aveva già trovato una spiegazione: il premier si è offeso per l’accoglienza sgarbata ricevuta il 22 febbraio, durante la sua prima visita al maniero. Un gruppetto di persone al suo passaggio l’ha svillaneggiato con male parole e gestacci. Non è così e lo spiega lo stesso presidente del Consiglio: «Non sono stati certo tre individui in vena di volgarità a farmi perdere la simpatia che nutro per la Toscana e i toscani. Ho rinunciato a Montalcino per altri motivi. Ma tornerò sempre in quei luoghi con l’animo sereno di chi torna tra amici, al di là di ogni contrasto politico». La trattativa era stata affidata a Claudio Giuntoli, suo immobiliarista di fiducia. Ma il Cavaliere si è reso conto che la proprietà di un castello con azienda agricola, a più di due ore di auto da Roma, era incompatibile con gli impegni serrati di un capo di governo, ragguagliano da Palazzo Chigi. A rilevare l’affronto subito dal premier era stato, ieri mattina, il capogruppo di Fi in Toscana e sottosegretario all’Ambiente, Roberto Tortoli: «Berlusconi è rimasto scioccato dall’accoglienza ricevuta, gli hanno gridato mafioso, gli hanno fatto il gesto dell’ombrello». Il sindaco diessino di Montalcino, Massimo Ferretti s’è dispiaciuto: «Ho chiamato Arcore per manifestare la mia solidarietà, il presidente merita rispetto per la carica che porta e come persona. Montalcino non è un paese incivile. Ammesso che tutto ciò sia accaduto: i carabinieri dicono che si è trattato soltanto di un automobilista che gli ha inveito contro ad un incrocio». Comunque Berlusconi ci è rimasto male. «Non capisco come mai ce l’hanno con me, che gente», si è sfogato subito dopo con un collaboratore. Ma sembra anche che vista da vicino, la proprietà non gli piacesse più come prima. Ci voleva ospitare amici internazionali (Blair, forse Bush), non l’ha trovata adatta. Il proprietario del castello di Velona, Luigi Piermartini, è confuso: «Quel giorno mi hanno buttato giù dal letto, avevo 40 di febbre. Poi niente. Nel frattempo mi si sono bloccate le altre trattative, un bel danno». Sulla Toscana inospitale e «ostile al Centrodestra», si era accalorato il sottosegretario Tortoli, arrivando a sostenere che: «Questa è una regione contro: antigovernativa, antiamericana, antisistema, un buco nero della democrazia occidentale. Danno spazio ai movimentisti, al Social Forum, ai girotondi, ai nostalgici di Stalin, e così creano terreno fertile per i terroristi. Firenze viene promossa come città mondiale del comunismo. Non c’è rispetto, non c’è libertà di pensiero, io per loro sono sporco, brutto e cattivo». Gli risponde (ma non vorrebbe) Claudio Martini, presidente ds della Regione Toscana: «Se Bush lo ascolta, ci mette anche la Toscana dell’Asse del Male. Sono farneticazioni. La Toscana è una terra originale, con un modello di sviluppo in cui crescita economica, cultura, arte, paesaggio si accompagnano ad una forte coesione sociale. Ospitare girotondi e no global, dissentire dalla politica del governo, non vuol dire essere complici del terrorismo». Il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, spreca poche parole: «Le affermazioni di Tortoli si commentano da sè». Al carico di Tortoli aggiunge il suo il sottosegretario alla Difesa, Francesco Bosi (Udc) che dice: «La Toscana è terreno fertile per i terroristi». Sdegnato il commento di Luciano Violante, capogruppo ds alla Camera: «Le incivili dichiarazioni dei due sottosegretari dimostrano che al governo del Paese ci sono in questo momento persone prive di senso dello Stato». Duro anche Fabio Mussi, vicepresidente della Camera: «Il terrorismo è una cosa maledettamente seria, tacciano i beceri e gli irresponsabili». Il presidente dei verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, chiede che il sottosegretario Tortoli si dimetta: «Questo centrodestra non trova di meglio che aggredire una regione simbolo dell’impegno per la pace e per l’ambiente».

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