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Corriere Della Sera

Il «cavaliere» del vino con la passione per gli aerei e le auto veloci. Rossi di Medelana, paralizzato dopo un incidente ippico, è arrivato al successo con il Lupicaia. Vinitaly a Verona: 4.000 espositori da 27 Paesi ... Quasi sempre l’oggetto custodisce lo spirito dell’artista che vi ha posto mano. I fortunati bevitori di Lupicaia dovrebbero perciò sapere cosa mandano giù, seppur metaforicamente, a ogni sorso. Produttore di questo pregiato rosso toscano del Castello del Terriccio, 90 per cento Cabernet e 10 per cento Merlot, nonché del Tassinaia e dei bianchi Rondinaia e Con Vento, è Gian Annibale Rossi di Medelana. Nato nel 1941 a Bologna, presto si trasferisce con i genitori a Roma. Qui Pucci, come lo chiamano parenti e amici, studia, monta a cavallo, si lancia col paracadute e prende il brevetto di pilota di volo. A 22 anni raggiunge in Africa un amico di casa che si occupa di vacche e caffé. «Il Kenia era da poco indipendente - racconta - e dava a tutti i residenti stranieri che si erano opposti al movimento di liberazione 15 giorni di tempo per andare via». Così il giovane Rossi di Medelana va a dirigere per conto di un inglese costretto a partire un’azienda vicino Rongai. Benché sia il periodo in cui le bande di separatisti Shifta compiono attentati sanguinosi, Pucci sogna lì una proprietà tutta sua. Dall’Italia dopo un anno il padre lo esorta invece a tornare: «Argomento inoppugnabile, l’obbligo del servizio militare». Così, dopo un altro mese di ingaggi come seguire una colonna di camion per controllare che gli autisti non si ubriachino, o partecipare alla spedizione di un cacciatore bianco trasportando ghiaccio per il whisky delle signore americane, Pucci rimpatria e va a vestire la divisa degli Alpini. Diventa ufficiale del Battaglione Aosta con cui va a compiere manovre Nato dimostrative fino in Norvegia. «Poi partii per l’Australia facendo il jackaroo , colui cioè che se ne va in giro accettando gli impieghi più disparati, dalla tosatura alla scorta a cavallo del bestiame». Segue un periodo in Libia, infine lo zio materno Giovanni Serafini Ferri gli propone di dirigere una delle sue aziende agricole. «Mi aveva dato carta bianca, perciò mentre era a fare le terme ad Abano gli vendetti l’intero allevamento di pecore. Lui non contestò il principio economico dell’iniziativa, ma giudicò che fossi più adatto ad agire per conto mio». Così Pucci si mette a fare il coltivatore in proprio a Sinalunga e monta in completo, la disciplina equestre più dura, con cui gira gloriosamente l’Europa. Alla morte di un prozio la sua famiglia eredita Il Terriccio, grande proprietà vicino Cecina che gli viene affidata: subito concorda l’uscita della mezzadria e conquista il record europeo di produzione del granturco in secondo raccolto. Il 13 dicembre 1979 Pucci passeggia per il Terriccio sul puledro Zarathustra e un cane sbuca da una siepe. Zarathustra arretra, inciampa in un fosso e rovina addosso al suo cavaliere con tanta violenza che lo stesso arcione della sella si spacca in due. Anche la schiena di Pucci è rotta e a farlo camminare di nuovo non valgono due anni di ospedali svizzeri e statunitensi, due importanti interventi chirurgici, altri due anni trascorsi inseguendo cure alternative fra la Cina e le Filippine. Tornato infine a Roma mette su un’associazione per i diritti degli handicappati e segue un corso di alta velocità in automobile: «Era preliminare a una dimostrazione voluta da Clay Regazzoni, che contribuì a modificare la legge che impediva ai disabili di guidare cilindrate superiori a 1.300». Nell’86 Pucci torna al Terriccio, dove parte ad allevare eccellenti cavalli da completo e da concorso ippico, e decide di produrre vino: «Iniziai con il bianco, ma il primo vero successo arrivò con il rosso Tassinaia». Il pluripremiato Lupicaia viene alla luce nel ’93; oggi dal Terriccio escono complessivamente 180.000 bottiglie l’anno. Nel 1997 il presidente Scalfaro lo nomina Cavaliere del Lavoro, e Pucci va in Inghilterra a frequentare una scuola per piloti d’aereo handicappati. Oggi vive fra il Terriccio e la Capitale; la sua ospitalità è ricercata e celebre quasi quanto la riservatezza, affidata a Roma a un manipolo di assistenti coordinato dall’appuntato dei Carabinieri in congedo Liberato Iorio. Il Terriccio è invece presidiato da una squadra di ragazze con presenza da Bond Girls, la cui veterana è Daniela dagli occhi blu. Di fronte al loro garbo quando il Conte, o Presidente, o più familiarmente Dottor Rossi è irreperibile, l’invasore non passa.

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