02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

Aspettando il Tignanello: riflessioni sui «vini contadini», davanti ai campioni della difficile vendemmia 2002. Mi giungono, da ogni parte d'Italia, i campioni della vendemmia 2002, difficile come poche altre. Pressoché ad ogni degustazione mi torna in mente quella mia prima frase, ant'anni fa: «il peggior vino contadino è migliore del miglior vino d'industria». Mi impongo di non far più esami organolettici, con tutti quegli aggettivi, in parte da me inventati. Sottrarmi alla schiavitù delle parole è il mio imperativo. Ogni vino porta con sé la sua anima. E' quindi chiaro che un cru, nato dalle mani di chi possiede la terra in misura equa, sia meglio. Non ha subìto contraffazioni; ha inteso le bestemmie dei giorni di pioggia e non sempre - com'è ormai conosciuto, anche dal codice penale - le bestemmie peggiorano. «E' una bestemmia», mi disse Niccolò Antinori per quella mia prima frase. Lo seppi e chiesi d'incontrarlo. Fu di estrema gentilezza. Mi ricevette. Deciso il suo rimprovero. Dovevo sapere: il vino non era più un fatto signorile; veniva prodotto per il consumo di tutti gli uomini in ogni parte del mondo. Di questo incontro ho scritto, in vari luoghi, sempre in contrasto, sempre con la stima della nobiltà etica del rimprovero. Gli dissi le ragioni del mio disaccordo. Il vino è un fatto individuale. S'incontra con ogni singolo lettore, colui che lo consuma e gli fa un racconto, individuo, bottiglia per bottiglia.
Ebbi poi la fortuna di essere suo ospite, per una mia trasmissione televisiva, anni 80, «Viaggio Sentimentale nell'Italia dei Vini», in palazzo Antinori, di piazza Antinori, Firenze. Era la trasmissione di lancio - con altre due, una di Enzo Biagi, l'altra di Giorgio Bocca - della terza rete televisiva. Le parole di quella riunione - erano presenti vari personaggi toscani, tra cui, da me amatissimo, Bino Sanminiatelli - sono ancora lì, registrate e mostrano come il marchese Niccolò Antinori avesse consentito ad alcune ragioni del giovanissimo giornalista. Nel modo migliore: con vini ottimi in cui il figlio Piero, aveva messo lo spirito, quasi fosse un contadino.
Una buona bestemmia - lo scriveva il De Sanctis - può essere l'accessorio di una seria poesia. Camminerò le terre di Piero, per rubare ai carati i campioni di Tignanello e Solaia 2002, se li produrrà.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su