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Corriere Della Sera

Vignaioli d' eccellenza - Quando la terra è l'anima del vino: il ricordo di un incontro straordinario a Bergamo Alta ... Veronelli Luigi
Non solo gli occhi mi hanno tradito. Oggi che so della morte attesa di Mario Schiopetto e del coma sospensivo di Marta Galli, oggi che vorrei ricordare ogni gesto e ogni incontro con loro, vignaioli principi in un periodo in cui prevalevano ancora le industrie, mi accorgo che anche la memoria è in declino. Con Mario, che non è più, e con Marta, per cui mi attendo il miracolo, abbiamo vissuto ore di straordinaria tensione, tutti e tre convinti, già allora, che la terra è l' anima. Il ricordo più vivo è di un giorno, primi di maggio 1977, in cui i migliori vignaioli - migliori secondo me - erano seduti - le sedie, una trentina, mi erano state prestate da Gioacchino, patron inimitabile della Pergola - sulla mia terrazza, alta su Bergamo Alta. Li consideravo vignaioli d' eccellenza ed erano convenuti a costituire un' associazione di chiaro nome Vide, appunto vignaioli italiani d' eccellenza (con qualche imbarazzo: vide, in francese significa vuoto; e sulla bottiglia il marchio - disegnato da Silvio Coppola, uno dei designer anche d' eccellenza - in Parigi sconcertava). Si era unito a me nell' illustrare il progetto, il conte Ugo Contini Bonacossi, vignaiolo in Capezzana, cru della denominazione Carmignano: « ogni giorno, si fa più avvertito e chiaro l' imperativo: debbono corrispondere, non solo ai bisogni primari, anche a quelli complementari legati alla qualità della vita». Aggiunsi: « è in atto, grazziaddeo, la crisi del "facile" (lenta sino ad oggi, quanto meno in apparenza, perché imbracata da una pubblicità surrettizia), è necessario porre ogni attenzione alla ricerca e all' ottenimento della qualità». In prima fila sedevano - e mi si stringe il cuore - il marchese Mario Incisa della Rocchetta, creatore del Sassicaia; Giacomo Bologna, le cui ricerche sul vitigno barbera ne hanno capovolto il credito con due vini opposti, entrambi entusiasmanti, la Monella e il Bricco dell' Uccellone; Mario Schiopetto, esasperato sperimentatore nel Collio, dei troppi vitigni - concessi da una legislazione folle - sino a giungere a veri e propri gioielli; e Marta Galli. La attendo ancora; ciascuno che l' ha conosciuta, l' ha amata per l' armonica sicurezza di tutti i cru della sua azienda, Le Ragose. Nessuno merita più di lei un miracolo.

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