Corriere Della Sera

Montalcino inaugura il Museo del Brunello … oggi festa per la struttura, voluta da Stefano Cinelli Colombini, titolare di Fattoria dei Barbi, che apre nel centenario della nascita di Colombini, uno dei padri delle fortune enologiche di queste terre … il museo non è un deposito di utensili agricoli: qui si viaggia nella storia di un vino e di una collettività; si passa così dalle pretine a carbone per scaldare i letti agli attrezzi del carbonaio, dai libri mastri del fattore alle cambiali dei mezzadri, dalle scarpe fine per la domenica a quelle grosse per il lavoro nei campi. Ci sono perfino una lettiga-ambulanza dell’800 e il costume degli incappucciati, messi a disposizione dalla Venerabile Confraternita della Misericordia di Montalcino, gli abiti originali del trescone (ballo tradizionale delle feste contadine) risalenti al 1940, accompagnati da immagini originali, mai mostrate in pubblico. E poi i grandi mezzi ed attrezzi agricoli: carri, mietitrici, aratri e vagli. Circa 2.000 pezzi e decine di migliaia di foto, documenti, dipinti e materiale cartaceo. Tanto patrimonio ha fatto sì che si dovessero organizzare esposizioni «a rotazione», seguendo il corso delle stagioni. In tre sale audiovisive vengono proiettati documenmentari. E c’è anche una parte del museo che è «virtuale» (www.museodelbrunello.it): una vetrina online di tutto quanto offre Montalcino; uno strumento di facile accesso ai navigatori, anche per i meno esperti; un grande archivio, adatto a conservare un numero infinito di documenti. Testi e immagini raccontano la storia di questo borgo toscano dove già nel XIV secolo esistevano leggi precise su vino e vendemmie: basti pensare che nel 1473 i Priori montalcinesi sequestrarono l’uva del vescovo Piccolomini del Testa che aveva violato le norme vendemmiando in anticipo.