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Corriere Della Sera

Il grande freddo Usa-Francia «scalda» il vino italiano: il boicottaggio dopo la guerra in Iraq favorisce l’export dei nostri prodotti concorrenti con quelli d’Oltralpe ... L'opposizione alla guerra all'Iraq costa cara alla Francia. La Camera di commercio franco-americana ha scoperto che, per rappresaglia, l'America ne boicotta i vini. Da febbraio ad aprile inclusi, le importazioni dei vini francesi sono scese del 17,2%, e a maggio la situazione sarebbe peggiorata. Ne beneficerebbe tra gli altri l'Italia, che alla fine dello scorso anno aveva già registrato un aumento delle esportazioni dei suoi vini negli Stati Uniti. Dal 2000, in verità, i vini francesi hanno perso terreno progressivamente rispetto a quelli italiani, calando dal 42 al 35% del mercato Usa (nello stesso periodo, i nostri sono saliti dal 25,5 al 28,5%). Ma negli ultimi mesi, il boicottaggio dei prodotti «made in France» ha assunto gli aspetti più bizzarri: gente che svuota le bottiglie per strada, deputati che invocano sanzioni, media che cambiano il nome del «toast francese» in «toast libertà» e così via. Oltre all'Italia, ad avvantaggiarsene è stata anche l'Australia, che adesso occupa il 17% del mercato. La Camera di commercio franco-americana ha lanciato un grido d'allarme: i commerci bilaterali sono di 50 miliardi di dollari annui, Parigi manda a Washington il 10% circa delle esportazioni e il danno rischia di essere grave. Pazienza se si trattasse soltanto del vino, ha detto un funzionario francese, Catherine Baudry, ma gli americani boicottano anche gli alimentari, i formaggi innanzitutto, e la moda, altri settori in cui è già fortemente sentita la concorrenza italiana. Per evitare il peggio, il premier francese Jean-Pierre Raffarin ha ordinato «l'offensiva del sorriso», e a un recente ricevimento a Parigi ha fatto distribuire agli ospiti americani una copia di una lettera del 1781 in cui Benjamin Franklyn ringraziava la Francia dell'aiuto nella guerra contro l'Inghilterra. I nostri rapporti, ha notato, non possono guastarsi per un'incomprensione sull'Iraq. Ma l'amministrazione Bush non ha risposto. O meglio ha risposto con un altro boicottaggio: quello del salone francese dell’aeronautica.

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