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Corriere Della Sera

Agrodolce - La Fogarina di Gualtieri: la risorta Cantina sociale del comune emiliano ripropone bottiglie quasi dimenticate ... Sulla golena a 2 km dal Po, provincia di Reggio Emilia, Gualtieri. Potrebbe essere che mio padre, Adolfo, abbia bagnato - 1926 - le mie labbra di neonato, non con la Barbera, vino abituale di casa, quasi sempre oltrepadano, bensì con la Fogarina. Nel 1923 «pochi temerari pionieri», sic, avevano realizzato la Cantina sociale detta poi Cantinone, così da «sottrarsi alle bizzarrie dei negozianti». Nella cantina di piazza Archinto, nella cosiddetta Isola, periferia orientale di Milano, le bottiglie di Fogarina della Cantina sociale di Gualtieri, erano numerose. Me ne fan certo gli occhi - perfetti - della memoria. Giuseppe Caleffi, giovane contadino di Gualtieri, mi ha comunicato, in primis la rinascita della Cantina sociale (ma gli assaggi non mi hanno ancora soddisfatto), poi inviato una propria bottiglia 2001, di una vigna da lui impiantata nel 1998. Si trattava, quindi, della prima vendemmia e tu sai, se mi leggi, che pressoché tutti i vitigni giungono a essere «completi» solo a 15 anni di età. Per migliorare - contro il parere dei soppracciò dell’enologia offiziale - all'infinito, c'est à dire, sino a che, come avviene per noi, la dolce morte li avrà esauriti. Il fogarina (qui minuscolo e al maschile, perché scrivo del vitigno), detto anche tintòria, è uno dei vitigni fatti scomparire dall'insipienza degli industriali (i negozianti) vinicoli. Un vitigno di cui sono apprezzate due delle tre varietà: alla vendemmia a raspo rosso e foglie gialle; l'altra, raspo rosso e foglie rosse; di forte resistenza alle malattie e al marciume, quindi adatto a vendemmie anche molto tardive (addirittura dai Morti a Natale, tanto da poter ipotizzare ice-wines).
Nel mio primo libro «I vini d'Italia», Canesi editore, 1959, do il seguente esame organolettico: «Colore rosso granato, tendente al violaceo ma limpido; caratteristico profumo di lampone e di ribes. Sapore asciutto con piacevole fondo acidulo, fresco; intensa schiuma rossa».
Schiuma rossa? Io spero che le vinificazioni future di Giuseppe Caleffi e della Cantina sociale, porti a un grande vino tranquillo. Riserveremo quello a schiuma rossa per il surbir bevrinven con i cappelletti della tradizione emiliana.

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