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Corriere Della Sera

Export in crescita: il vino italiano conquista gli Stati Uniti ... L’euro forte e la recessione non hanno provocato negli Usa quei guai che molti temevano: il vino italiano continua ad essere richiesto, addirittura guadagna spazio. Secondo gli ultimi dati disponibili, nei primi tre mesi del 2003 le vendite sono salite del 20% in valore e, stando alle stime elaborate queste settimane dall’ufficio studi di Assoenologi, la crescita non si è fermata. «Un terzo delle bottiglie che esportiamo vanno negli Stati Uniti - dice Giuseppe Martelli, che di Assoenologi è il direttore -. L’America è diventata la locomotiva delle nostre esportazioni vinicole». Prendendo il posto della Germania, oggi in caduta libera: -21% in quantità e -7% in valore gli acquisti del primo trimestre. «Non è solo colpa della crisi economica - commenta Martelli -. Il vino italiano viaggia a due velocità: da una parte quello che piace e vende, dall’altra quello che nessuno vuole e rimane in cantina». A scendere è quello sfuso, mentre l’imbottigliato non conosce grandi crisi. Con qualche precisazione. Oggi «tirano» i vini da tavola, quelli a denominazione invece registrano un andamento delle vendite altalenante ( »4% i rossi, -4% i bianchi): con l'economia che va come va, il costo di una bottiglia pesa più di un tempo.
Per questo comincia a destare un certo allarme l’andamento dei prezzi all’ingrosso: aumenti del 30% per il prosecco, e tra il 5 e il 10 per il pinot grigio. E la vendemmia in calo potrebbe infiammare ancora di più i listini. Assoenologi stima una riduzione maggiore di quella prevista a fine agosto: la produzione di vino dovrebbe fermarsi poco sopra i 44 milioni di ettolitri.

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