02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

Agrodolce - Elegante Lupicaia ... Il ricordo del mio primo incontro con un vino nato da un aristocratico contadino. Mezzo luglio anno 2000. Un aquilone - o cervo volante o drago volante -stava alto su Montescudaio (l'aquilone è oggetto fascinoso; nasce dalla volontà degli uomini di comunicare con gli dei). Nella lucida sera, fresca oltre ogni speranza, s'imponeva, a me che lo osservavo dalle strade dei colli attorno, come un imperativo. M'ha fatto incontrare Barbara e Giorgio Scarpa del ristorante «Il Frantoio» e il Lupicaia. Una affettuosa cucina: il prosciutto di montagna, la pappa al pomodoro, le tagliatelle al ragù, la trippa, il coniglio ripieno e il pecorino stravecchio. E il Lupicaia, un vino. Dal primo assaggio mi ha invaso per completezza ed eleganza. Ho conosciuto poi il produttore, Gian Annibale Rossi di Medelana, nella Tenuta del Terriccio, in Castellina Marittima. Oggi è il mio amico più caro, un iddio (non ritenermi blasfemo, uso il termine nel senso più liberale).
All'invito per la Fiera dei particolari - Terra e libertà - Critical Wine, Leoncavallo, mi ha scritto: «Ti ammiro molto, come precursore e come uomo, nell'impegno e nella passione che dedichi alla valorizzazione della qualità e della tipicità delle nostre produzioni. In questa occasione di coinvolgimento dei giovani, nessuno mai potrebbe esentarsi dall'aderire, convinto che tutto quanto oggi stai facendo, contribuirà a costituire la cultura della società del domani. Un caloroso grazie». Gian Annibale non sa: sono io a dover dir grazie a lui. Un contadino aristocratico. Ha 1.700 ettari di terre (ovunque, gli squarci panoramici sono di celestiale bellezza) e produce oltre il Lupicaia, a base di uva cabernet sauvignon e merlot, il Castello del Terriccio, a base di syrah, mourvedre, tannat e cabernet sauvignon (all'annata 2001, Daniel Thomases ha dato 94 su 100) e un olio sublime.
La sua anima coincide con la terra. All'interno della tenuta, un allevamento di cavalli da competizione; Gian Annibale negli anni Settanta, praticava, a livello internazionale la disciplina equestre più dura: la monta in completo. Nel 1979 un incidente ippico - il cavallo si coricò su di lui - ne interruppe l'attività. Gian Annibale, immobilizzato, adora il suo centinaio di fattrici, stalloni e puledri. Vuole trionfino in gare e concorsi, come i suoi vini.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su