02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

Vinitaly, scontro con l’Ue: «Cobas del vino per salvare i nostri marchi» ... «Ha ragione Ciampi, qui rischiamo di vedere le nostre bottiglie scalzate dall'Amarone del Sudafrica». Dal Vinitaly, la principale fiera del settore in corso a Verona - 4 mila espositori da 26 Paesi, 130 mila visitatori - , Luigi Pasetti, viticoltore in quel di Valpollicella, gran produttore di Amarone, non nasconde la sua rabbia. Ieri ha partecipato ad un incontro con il commissario europeo all' Agricoltura Franz Fischler, indetto per tentare di far recedere l'Ue dal contestatissimo regolamento (il 306/04) che liberalizza l'utilizzo di ben 17 «menzioni», nomi tipici di vini italiani fino a ieri utilizzabili solo da chi dimostrasse d'appartenere a un preciso territorio. Provvedimento che rende indifendibili, sul piano commerciale, etichette come l'Amarone - di cui aveva parlato il Capo dello Stato una decina di giorni fa - , il Morellino, il Lacryma Christi, il Nobile (quello di Montepulciano), l'Est Est Est, il Recioto. Dal summit, Pasetti - che è pure presidente delle Cantine sociali di Confcooperative - è uscito deluso e furente: «Fischler ci ha presi in giro. E' pronto ad avallare la pirateria commerciale - accusa -, l'esproprio delle nostre denominazioni». E protesta: «Così si scippano storia e cultura dei vini autoctoni, e anni di lavoro su doc e docg».
E mentre in tutta Italia le grandi aziende corrono agli studi legali, per registrare i propri marchi, la base si innervosisce: «Ricordate i Cobas del latte? Non vorrei si arrivasse ai Cobas del vino - avverte Pasetti -. I nostri contadini potrebbero reagire come i francesi, che un tempo rovesciavano le autobotti di vino straniero alle frontiere».
Ma che cosa accadrà, nei fatti, ad alcuni grandi vini? «Succede che per tutelarci dai falsi Amarone, dalle imitazioni prodotte in Paesi lontani, dall'Australia al Sudamerica, dovremmo brevettare nel mondo i vari marchi italiani», spiega Jacopo Biondi Santi, storico produttore di Brunello «Peccato - dice Riccardi Ricci Curbastro, di Federdoc - che registrare ovunque un marchio per salvare il salvabile (e in certi Paesi non ci si riesce) costi miliardi.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su