02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

“Il Cannonau è il vino più antico del Mediterraneo”. Due scoperte in Sardegna potrebbero cambiare la storia dell’uva. Individuati vinaccioli di 3.200 anni fa ... Hanno scavato a Borore, nel centro della Sardegna. Hanno cercato sulle colline di Sardara a Nord di Cagliari e ancora a Villanovafranca, nella pianura del Campidano. E hanno trovato centinaia di vinaccioli, i semi contenuti in un acino d’uva, antichissimi, carbonizzati dal tempo: erano disseminati negli stessi luoghi, accanto a vasi e urne, e c’è certezza che provenissero da viti coltivate da popolazioni nuragiche. Una volta portati in laboratorio e analizzati, assieme ai reperti archeologici e ai sedimenti trovati negli stessi siti, i vinaccioli hanno raccontato una storia sorprendente: quei resti di uva erano databili intorno al 1.200 avanti Cristo, 3.200 anni fa, ed erano serviti per produrre vino, probabilmente il più antico del Mediterraneo, almeno di quello occidentale.
La scoperta, dopo scavi effettuati dalla Soprintendenza della Sardegna e dall’Università di Cagliari, è di una equipe di archeobotanici e archeologi italiani e olandesi ampliata dal Cras, il Centro regionale agrario sperimentale di Cagliari. Ora, ricercatori delle università Bicocca e Statale di Milano stabiliranno con l’analisi sul Dna che tipo di vino era quello prodotto in Sardegna tre millenni or sono.
E, soprattutto, se i vitigni erano stati importati da altri luoghi (la Mesopotamia, per esempio) o erano autoctoni. “Se fosse confermata questa seconda ipotesi – spiega Massimo Labra, ricercatore dell’Università Bicocca – bisognerebbe riscrivere la storia mondiale delle origini del vino. Perché, in attesa di prove scientifiche, si potrebbe ipotizzare non solo che il vino più antico del Mediterraneo si produceva in Sardegna, ma che sull’isola le viti si coltivavano nel periodo in cui esplose la civiltà in Mesopotamia e poi in Egitto”. Lo stato di conservazione dei semi è cattivo. Perciò i ricercatori hanno adottato un’altra tecnica: “Abbiamo sviluppato una piattaforma biomolecolare, cioè una serie di macchine collegate tra loro per estrarre il Dna dei vitigni, capace di analizzare tutte le varietà di vite. Le prime analisi – spiega Labra – effettuate sono state svolte sui vitigni sardi. Da qui è stato tracciato il menoma che sarà messo a confronto con i pochi dati che si possono estrapolare dalle analisi sugli antichi vinaccioli per sapere a quale specie appartengono e se presentano affinità con quello della vite selvatica sarda, nato sull’isola”. Non è tutto. Da una ricerca collegata, commissionata alle due Università milanesi dalla cantina sociale di Dorgali, arriva una seconda notizia sorprendente per enologi e cultori del vino. Il cannonau sardo, che fino ad oggi si pensava fosse stato importato dalla Spagna, è di una varietà diversa da quella iberica e potrebbe essere nato in Sardegna. “Precedenti ricerche avevano evidenziato una similitudine tra il cannonau sardo, il grenache e il tocai rosso – spiega Giancarlo Lovicu, ricercatore del Centro regionale agronomo di Cagliari – E finora si era pensato che il vitigno fosse stato importato dalla Spagna sul finire dei Medio Evo. Invece analisi effettuate a Madrid hanno confermato una differenza tra i due vitigni”. Insomma, il cannonau è il vino più antico del Mediterraneo? “Ancora non possiamo dirlo con esattezza – dice Fabrizio Grassi dell’Università Statale di Milano – ma le possibilità sono alte. Comunque, già adesso la ricerca ha dato un primo risultato: per mantenere l’originalità del cannonau sardo bisogna utilizzare vitigni del posto e non importarli da altri paesi”. Per questo la Cantina sociale di Dorgali ha organizzato un summit con produttori e agronomi: “Il genoma del cannonau deve essere preservato – dice Tattanu Piras, direttore della cantina – e noi lanceremo un programma per rinnovare i vitigni scegliendo piante autoctone”. (arretrato de "Corriere della Sera" del 3 agosto 2004)

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su