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Corriere Della Sera

Il vino - Dogliani, in 300 alla sfida con il Dolcetto del 2003 ... A Dogliani, patria del Dolcetto, rosso corposo, elegante, 30 produttori gongolano per l’arrivo della Docg. Il disciplinare dovrebbe portare ulteriore credibilità a un vino che ha fatto la storia di un’area collocata a sud di Alba, nelle Langhe piemontesi. Orlando Pecchenino, produttore e presidente della Bottega del vino, ha due motivi per gioire: la vendemmia 2003, già in bottiglia, presentata ieri a Milano, e la raccolta 2004 ormai al suo epilogo. «L’estate 2003 molto secca aveva fatto temere il peggio, ma sulle nostre colline la vite è nata per soffrire e quel clima ne ha generato una grande e unica vendemmia, quella che tutti i produttori vorrebbero sempre fare. E l’ultimo raccolto, con acini maturi, ricchi e turgidi ci fa sperare per una seconda eccellente annata consecutiva». Con il suo Sirì D’jermu la sfida, tutta verso l’alto, si fa con l’azienda Quinto Chionetti e il suo Briccolero e Poderi Einaudi con Vigna Tecc. Dogliani è anche cucina, gratificante nella sua semplicità: carne cruda, tajarin, fonduta e agnolotti, il bollito misto, ma è con la cisrà, minestra di trippa e ceci, che trova l’esaltazione dei sapori. Piatti che si possono gustare alla locanda dei Binelli in frazione Pianezzo, all’Albero fiorito e alla Lanterna. Dogliani è la patria di Luigi Einaudi, economista, presidente della Repubblica dal 1948 al 1955, che mai ha nascosto l’amore per queste colline, ma anche di Domenico Ghigliano, inventore dei fiammiferi. Dal due novembre 300 espositori metteranno i loro prodotti in mostra. E se il tempo non sarà clemente ci sarà un piatto di cisrà a rincuorare.

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