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Corriere Della Sera

Merano, il piccolo grande Wine festival. Il meglio di 400 cantine: dal 6 novembre degustazioni d’autore con 50 euro ... Una lunga maratona, fatta di quattromila assaggi, scelte, notti insonni: così il Wine festival ha preparato la sua tredicesima fatica. Soltanto 400 produttori selezionati da otto commissioni, tra circa 1200 aziende vitivinicole del mondo, sfileranno sotto i soffitti del Kurhaus, palcoscenico affascinante per degustare quella che ormai è definita l’essenza del piacere. «Dal 6 all’8 novembre ci sarà un momento di confronto tra produttori che hanno come obiettivo la qualità», spiega Helmut Köcher, organizzatore convinto di Gourmet's international. «Non siamo una fiera qualunque», precisa il presidente, orgoglioso di varcare i confini italiani, per la prima volta, per presentare, ieri e oggi, a Monaco di Baviera, una anteprima destinata in futuro a diventare itinerante in Europa.
Merano è città di castelli e palazzi, di terme e corse di cavalli, di passeggiate lungo il Passirio e di presenze, nel passato, come l’imperatrice Sissi e gli echi della vicina Austria. Kafka, autore del «Processo», qui ha soggiornato e quell’aria aristocratica si respira tra beauty farm, il liberty d’autore e perché no, invita a una sosta per un dolce al Café Konig, in corso Libertà. Ma non è tutto: gli amanti del vino potranno sorseggiare Riesling, Lagrein e Cesuret al castello Rametz o all'enoteca Vinschgertor a pochi passi dalla chiesa dei Cappuccini. Chi ama i cavalli avelignesi potrà spingersi sull'altopiano Avelengo-Hafling in un ambiente che fa sobbalzare il cuore agli esteti.
I vini avranno il loro palcoscenico al Wine festival nel salone delle feste dove cento cantine italiane potranno ostentare il loro orgoglio. Un lungo, valoroso elenco merita la citazione, da Masciarelli a D'Angelo, Librandi, Livio Felluga, Schiopetto, Falesco, i franciacortini Bellavista, Ca' del Bosco, Monte Rossa, i barolisti Elio Grasso e Conterno Fantino, la cantina sociale di Santadi in Sardegna, Argiolas, i siciliani Donnafugata, Planeta, Firriato, i toscani Biondi Santi, Ornellaia, le Pupille, Antinori, Fonterutoli, Ambrogio e Giovanni Folonari, Frescobaldi. E ancora i trentini Foradori, Pojer e Sandri, Ferrari, l'umbro Caprai, i veneti Zenato, Anselmi, Allegrini. E poi i padroni di casa con i Sylvaner, Kerner e Veltliner, bianchi eccellenti: Alois Lageder, J. Hofstatter, Termeno, Elena Walch, Colterenzio, San Michele Appiano, Terlano, Castel Schwanburg. Una assenza si segnala. Quella di Franz Haas, di Montan, irriducibile produttore di Pinot nero, con l'ottima etichetta Schweizer, deciso a piantare vigne sempre più in alta quota, convinto nella sua ricerca d'eccellenza, non sulla filosofia del Wine festival. «Mi sono chiamato fuori gioco, da tempo, perché troppe ingerenze hanno minato le caratteristiche originarie. Basta guardare al prezzo d'ingresso». Il tagliando per la Kurhaus costa infatti 50 euro. Köcher sorride, tuttavia, nella convinzione di quanto offerto. Per esempio tra i top selected , l'approccio è di prestigio. Si potranno trovare Paternoster, Fattoria San Francesco, Sartarelli, Fontanafredda, La Lumia, Ajello, villa Cafaggio, Siro Pacenti, Varramista, Il Borro, Petra, Adami. E la sezione dulcis in fundo , 12 vini da meditazione con, tra gli altri, Hauner e Pellegrino. Il viaggiatore potrà confrontare le sue conoscenze con l'Union grand cru di Bordeaux: 40 Chateau scelti. Aceto balsamico, caffè, cioccolata, olio d'oliva, formaggi, salumi, pane e riso sono alcuni dei prodotti, ci saranno il toscano Amedei e il vicentino Loison, da conoscere e degustare nella sezione Culinaria.

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