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Corriere Della Sera

La grande festa del novello Pronte 17 milioni di bottiglie. I produttori: profumato e di qualità. Conquistato anche il Giappone. Consumatori sempre più giovani, nuovi mercati per il vino italiano ... Mezzanotte e un minuto del 6 novembre, puntuale è scoccato sabato il capodanno del vino italiano. Da quel momento in poi, per legge, si possono bere le prime bottiglie di vino novello, il primo vino ufficiale dell’annata 2004. Con una sorpresa. Quest’anno ci saranno dei nuovi «degustatori»: i giapponesi. Che per la prima volta hanno preferito le nostre bottiglie a quelle francesi. La notizia arriva dalla cantina Zonin di Gambellara, una delle maggiori aziende produttrici, che ha consegnato il primo novello made in Italy in Giappone.

I COMMENTI - I produttori sono tutti soddisfatti. E i numeri danno loro ragione: oltre 17 milioni di bottiglie da mettere sul mercato. Paolo Pasini, dell’omonima cantina di Raffa del Garda in Lombardia: «Il novello del Garda quest’anno, ottenuto dalla classica miscela di groppello, marzemino, barbera e sangiovese, ha un’ottima acidità, una bella sapidità e un bel patrimonio aromatico». Anche Leonardo Pizzolo di Ca’ Montini in Veneto è soddisfatto: «Un novello non molto alcolico però estremamente fragrante: un vino che si beve soprattutto con il naso». Qualche variazione in Abruzzo per il vitigno Montepulciano. Lo conferma Gianni Pasquale, enologo della Cooperativa Farnese nel Chetino: «Vini di un certo spessore, che daranno il meglio di loro tra qualche settimana». E dal Lazio Antonio Santarelli di Casale del Giglio, in provincia di Latina, gioisce: «Un novello di qualità, molto profumato anche grazie all’apporto delle uve gamay e syrah».

LE CARATTERISTICHE - Il novello è un vino non vino, prodotto con un processo particolare (la macerazione carbonica, lo stesso metodo che in Francia si usa per produrre il famoso Beaujolais Nouveau che invece sarà disponibile a partire dal 15 novembre) che ne accelera l’affinamento consentendo appunto di berlo a poche settimana dalla vendemmia, ma che lo condanna a una vita breve, brevissima, perché il novello deve essere bevuto entro tre-quattro mesi dal momento in cui viene messo in commercio e poi decade. Gli intenditori in genere storcono il naso, ma è pur sempre un evento il momento del novello, perché dà il la a una nuova stagione commerciale che durerà fino alla prossima vendemmia. L’annata 2004 sarà certamente buona per il vino novello, ma di contro, come sempre accade, non sarà felice per il vino normale, colpa del clima altalenante, piuttosto piovoso, e della maturazione particolarmente tardiva (le vendemmie in alcune zone d’Italia sono ancora in corso).

I VOLUMI - Unico dato una produzione abbondante, dopo due annate di magra, ma anche questa non è una buona notizia perché aggrava già la situazione di un mercato stagnate e con molte giacenze in cantina. E chi ha voluto fare qualità sia nei bianchi, ma soprattutto nei rossi da lungo affinamento, ha dovuto selezionare tantissimo scartando molto prodotto. La situazione del novello appare stazionaria. Secondo i dati dell’Istituto del vino novello, saranno commercializzate 17.823.317 di bottiglie, da 329 produttori (in calo), in forte crescita la produzione del Friuli Venezia Giulia e del Lazio. La prima regione produttrice di novello resta il Veneto, e il primato è sempre del Nord dove si vinifica il 61% e oltre della produzione nazionale. Sempre meno amato dalla ristorazione (che non gradisce vini effimeri «a scadenza breve»), il novello è venduto direttamente al pubblico anche al supermercato o nei wine bar. I consumatori sono sempre più giovani e giovanissimi, attratti da un prodotto fragrante e senza problemi, che si può bere senza tante cerimonie e che tra l’altro si sposa perfettamente con la pizza. E se è così va bene anche quella definizione un po’ cruda per la quale il novello è l’anello mancante tra la Coca Cola e il vino. Purché poi si approdi al vino quello vero, bevuto con moderazione.

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