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Corriere Della Sera

L' impero delle bollicine doc - Sette milioni di bottiglie. «Siamo la Champagne tricolore» Piccoli vignaioli e colossi dello Spumante Trentino ... L'ultimo sussulto arriva da un cuoco. E dalla stella Michelin che lo Scrigno del Duomo ha appena ottenuto. Lo chef Alfredo Chiocchetti gongola per il riconoscimento. Si può mangiare con 45 euro e dopo la sosta golosa una visita nella cantina, regno di importanti etichette, tra le fondamenta romane di un palazzo seicentesco, si impone. Delizie a tavola. Poi le bollicine, prima di una visita al ciclo pittorico dei Dodici mesi nella torre dell'Aquila al castello del Buonconsiglio. Un impero di bollicine targate Trento Doc: sette milioni di bottiglie contro i 16,5 milioni di pezzi, metodo classico (ovvero con rifermentazione in bottiglia), che si producono da Nord a Sud. Una Doc storica, con oltre cent'anni di vita. Spumantistica che ha avuto in Giulio Ferrari, Gancia e Carpené i suoi padri. Qui i piccoli produttori coesistono con colossi come Cavit, Mezzacorona, Cesarini Sforza, che ogni anno mettono sul mercato milioni di bottiglie. L'anima di questo terroir unico, vocato per l' allevamento dello Chardonnay, è Mauro Lunelli, che insieme ai suoi fratelli, Gino e Franco, conduce la Giulio Ferrari. La leggendaria Riserva del Fondatore, è un blanc de blancs ottenuto da un unico vigneto di dodici ettari, Maso Pianizza. Un cru che consente la produzione di quarantamila pezzi e che per l' ultima annata, il 1995, appena uscita, presenta una bottiglia di nuovo formato. «Con orgoglio ci sentiamo un po' come la Champagne d' Italia - dice Mauro Lunelli che è anche presidente dell' Istituto Trento Doc metodo classico -. Le nostre barbatelle sono allevate a una quota di cinque-seicento metri d' altezza, terreno sciolto e ciottoloso, con una escursione termica, tra il giorno e la notte, molto evidenziata, tale da consentire una analogia con i terroir più vocati dei cugini d'Oltralpe». Si guarda avanti e, stimolati dalle ragioni di un successo, si fanno nuovi progetti: «Abbiamo le potenzialità per arrivare almeno a trenta milioni di bottiglie all'anno», puntualizza il presidente. La qualità è d' obbligo e non assume i contorni del miraggio la superproduzione di 300 milioni di pezzi realizzati in Champagne e relative magie dei cru francesi. Con il Perlé, etichetta nata negli anni Ottanta, e fortemente voluta da Mauro Lunelli, all'ultimo campionato del mondo in Borgogna, millecinquecento campioni di Chardonnay in lizza, Ferrari è arrivato tra i primi sei. «Cinque erano Champagne, uno era il nostro: forse si sono sbagliati», si concede ironico il suo creatore. E l'ultimo nato di casa Ferrari, con etichetta in cinese, è un jeroboam, una bottiglia da tre litri, che accompagna la visita in Cina del presidente Ciampi. Stessa grinta la sfoggia Giacinto Giacomini, direttore generale di Cavit, un colosso del settore con 68 milioni di bottiglie. Una cooperativa che vanta settemila ettari di vigna e trenta di proprietà nella sede storica di Maso Toresella, splendida villa fondata nel Cinquecento dai principi Vescovi di Trento, lungo il lago di Toblino. «La parola spumante rischia di creare confusione, così come Talento generalizza su una tipologia che noi, fortemente, vogliamo riconoscere soltanto come Trento Doc», ammette il manager di una cantina, unica in Europa, automatizzata e dotata di una tecnologia informatica di alto profilo. La sfida si fa con le etichette Altemasi Brut e la Riserva Graal, qui lo Chardonnay incontra il Pinot nero e la regia dell'enologo Paolo Turra: 350 mila bottiglie di stoffa. Anche i piccoli crescono, uno per tutti, il Methius Brut di Carlo Dorigati a Mezzocorona.

Da non dimenticare

Lo storico Istituto agrario di San Michele all'Adige, dove l'enologo Enrico Paternoster ha portato sperimentazione e concretezza a livelli d'eccellenza.

Da non perdere

Compie 102 anni la Ferrari (Trento, loc. Ravina, tel. 0461.972311). Tra gli spumanti della gamma, notevole il Trento Classico Brut Perlé. Il non plus ultra è la Riserva del Fondatore Giulio Ferrari che viene messo in commercio nove anni dopo la vendemmia, di straordinaria finezza ed eleganza. In preparazione una Riserva Lunelli, con affinamento in legno, che si preannuncia di grande valore. La cantina si visita tutti i giorni con degustazione gratuita.

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