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Corriere Della Sera

Antinori e Gancia gli anti-coop. Rapporto Mediobanca: al primo posto il gruppo Caviro ma le società italiane restano malate di nanismo. Vino, solo le due famiglie contendono il primato nel settore ... Ad occupare i primi tre posti ci sono società cooperative e subito dopo si piazzano due aziende familiari. Nella classifica delle principali case vinicole italiane stilata da Mediobanca sono soltanto cinque quelle con un fatturato significativo. Si parte da Caviro, sede a Faenza (Ravenna) e giro d’affari di 238,9 milioni di euro; seguono Gruppo italiano vini (236 milioni), Cavit (173,5 milioni), Antinori (116,6 milioni) e Gancia (96,5 milioni). L’Italia è la seconda nazione produttrice di vino al mondo, dopo la Francia e prima della Spagna, ma non possiede aziende che, per dimensioni, possano competere con la concorrenza internazionale. L’indagine di Mediobanca mette in luce tuttavia i lati positivi di un settore che rappresenta una risorsa del made in Italy , al pari con la moda.

«Una quota consistente della produzione italiana viene esportata - si legge nello studio - con un saldo attivo passato dai 760 milioni di euro nel 1990 a 2,6 miliardi nel 2002 e ai 2,5 miliardi del 2003». E, se il 2004 risulta «affaticato da una battuta d’arresto delle vendite e dal calo dei profitti» a causa degli ingenti investimenti effettuati nel biennio precedente, la struttura finanziaria delle aziende italiane del settore è tuttora solida, «con il patrimonio netto che copre il 48% del capitale investito».

Insomma, piccoli ma sani. E le prospettive? Secondo le stesse aziende, interpellate da Mediobanca, il 2005 registrerà ricavi stazionari o in crescita. Un risultato che coincide con il sondaggio tra le 50 più importanti aziende del settore condotto dal sito www.winenews.it, secondo il quale il trend di crescita sarà quest’anno decisamente positivo.

Le due aziende non cooperative più importanti d’Italia sono delle vere e proprie griffe del vino. Gli Antinori, fiorentini, hanno una storia di almeno sei secoli. Il capo indiscusso è Piero, classe 1938, tre figlie tutte con la stessa iniziale nel nome: Alessia, Allegra e Albiera. Guida un’azienda che può contare su 1.400 ettari di vigneti in Italia e più di 1.600 nel mondo. Nei giorni scorsi ha portato a termine l’operazione riavvicinamento con il fratello Lodovico, che si era staccato per marciare in autonomia sempre nel settore vinicolo. Insieme hanno dato vita a una nuova azienda, la Campo di Sasso. Quanto ai Gancia, si tratta della dinastia dello spumante. Nata nel 1865 a Canelli nell’Astigiano ad opera di Carlo Vallarino Gancia, l’inventore dello «champagne italiano», la «casa» è ormai arrivata alla quinta generazione. Nel giugno 2003 il cambio è stato codificato, con la nomina di Lamberto alla presidenza della holding e del figlio Edoardo a capo della società operativa Fratelli Gancia, che produce 20 milioni di bottiglie all’anno e detiene il 18% del mercato degli spumanti.

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