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Corriere Della Sera

Il polo alimentare? Tutti a tavola, si litiga. L’affondo di Granarolo su Parmalat. Le mosse di Barilla ... Ci va giù pesante Luciano Sita. Senza peli sulla lingua. «Enrico Bondi? E’ l’uomo dei fondi speculativi», gli stessi ai quali fa comodo la volatilità della Parmalat in Borsa. «Perché se la parte industriale produce una redditività che è di qualche decina di milioni, con la speculazione se ne portano a casa centinaia e centinaia». E, sempre Bondi, è anche «l’uomo che ha mandato a casa 350 persone e ha chiuso 5 impianti in Italia» senza che i sindacati facessero «una sola ora di sciopero». Il presidente della Granarolo, intervistato ieri da l’U nità , non nasconde la sua stizza per «l’occasione persa». Sempre per «colpa» di Bondi. D’altra parte, non è mai stata un mistero l’ambizione di Sita: un polo Granarolo-Parmalat. Unica controindicazione: l’ex commissario straordinario, appunto, che al progetto ha sempre mostrato le spalle. Normale, dunque, che tra i due non corra buon sangue. Anche se, dopo l’affondo di Sita si sfiora l’incomunicabilità. Non è casuale che le accuse arrivino dopo la conference call con gli analisti di qualche giorno fa durante la quale lo stesso Bondi ha snobbato gli approfondimenti sul progetto «Parmarolo». La posizione dell’amministratore delegato di Collecchio non è nuova: questioni di Antitrust - ha tagliato corto - fusione impossibile. «Una scusa per non affrontare i problemi» ha ribattuto nel confronto (molto) a distanza il patron dell’azienda con sede alle porte di Bologna.
In realtà, anche le ambizioni di Bondi non sono misteriose. E per uno scherzo del destino non sembrano avere molte più chance di riuscita. Tutto dovrebbe restare nell’area di Parma per l’amministratore delegato, che vorrebbe un business che non tratti solo di mucche e di latte. Ma un vero polo alimentare a 360 gradi. L’ipotesi di una collaborazione con la Barilla non è nuova. Peccato che siano gli stessi Barilla a non volerne sentire parlare. Crescere significherebbe in qualche modo mettere in discussione il controllo totale.
Insomma, l’intreccio di ambizioni, progetti e idee diverse non sembra portare molto lontano. Le somme, suo malgrado, le tira lo stesso Sita: «La Galbani ce l’hanno presa i francesi, la Carapelli gli spagnoli, a suon di perdere pezzi dell’agroalimentare rimaniamo deboli nella competizione globale». Ma visioni divergenti a parte, lo scontro è anche su altro. E le parti lo sanno. Sita vorrebbe fare in due pezzi la Nuova Parmalat: da una parte l’industria, dall’altra il carico di cause legali attive e passive. Ma questo per Bondi vorrebbe dire tornare sui propri passi dopo due anni di lavori per rimettere in sesto la società. Buona parte del suo piano punta sugli otto miliardi di revocatorie contro le banche e sulle cause legali lanciate negli Stati Uniti contro Bank of America, Citigroup e Deloitte. Su Bank of America il giudice Usa ha appena avviato il processo, riducendo però di molto le pretese dei legali di Collecchio. I tempi sembrano lunghi ...

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