02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

La «dolce vita» ora passa dalle etichette ... Lo stile italiano del vino conquista gli Stati Uniti, un successo di immagine, ma soprattutto commerciale che attesta il ruolo di protagonista dell’enologia italica che si conferma l’Enotria, la terra del vino per eccellenza, così come la chiamavano gli antichi. Un successo diretta conseguenza del glamour del made in Italy della moda, dell’italian way of life, ma soprattutto dell’eat italy, del mangiare italiano che da tempo ha surclassato il modello francese come testimoniano le migliaia di locali italiani che non sono più soltanto le pizzerie o le trattorie, ma locali di prestigio osannati dalla critica. In termini numerici i protagonisti del successo in terra americana sono cinque grandi aziende. Leader, soprattutto nel settore ristorazioni, è la Cavit di Trento, la più grossa realtà cooperativa del Trentino, cha fa numeri impressionanti con il Pinot Grigio, con marchio proprio o con le etichette «Ecco domani» e «Bella Sera». «Il pinot grigio è un vino perfetto per il gusto americano medio — dice Giacinto Giacomini, direttore generale di Cavit — è facile, appena aromatico, con il giu sto equilibrio tra morbidezza e acidità e si sposa bene con molti piatti italiani, ma non solo». Molto diffuso, grazie a Bacardi, anche il Vermouth Martini, che non è propriamente un vino (perché fatto con infusione di erbe), supportato da un grande battage pubblicitario. Poi c’è anche il classico Pinot Grigio di Santa Margherita, che molti anni fa aveva tracciato il solco con questa tipologia. Tiene molto bene il Lambrusco delle Cantine Riunite di Reggio Emilia, importato da Banfi (altro brand del vino molto conosciuto negli Usa) che per molti statunitensi è l’equipollente vinico della Coca-Cola. Ottima performance anche per il Valpolicella di Bolla, nome storico dell’enologia veronese, fino a poco tempo fa di proprietà americana. Ma dopo i grandi numeri non bisogna dimenticare che il successo italiano è fatto anche da tante aziende medio piccole, ognuna delle quali contribuisce non con milioni, ma poche migliaia di bottiglie. Alcuni dei nomi: Gaia, Ceretto, Lungarotti, Castello di Brolio, Allegrini.

Tra i cinque più venduti negli Usa...
Pinot Grigio - Cavit (Trentino). La più grossa realtà cooperativa del Trentino negli Usa fa numeri impressionanti, con marchio proprio o con le etichette «Ecco domani» e «Bella Sera».

Vermouth - Martini e Rossi (Piemonte). Non è propriamente un vino, in quanto fatto con infusione di erbe, ma è fra gli «italiani» più venduti, grazie anche al forte battage pubblicitario.

Pinot Grigio - Santa Margherita (Veneto). Tiene benissimo nelle vendite il classico Pinot che, molti anni fa, aveva tracciato il solco educando il gusto americano.

Lambrusco - Riunite (Emilia Romagna). Amatissimo anche dai giovani. Per qualcuno è l’equipollente in vino della bevanda americana preferita: la Coca-Cola.

Valpolicella - Bolla (Veneto). Nome storico dell’enologia veronese, fino a poco tempo fa di proprietà americana.
(arretrato del Corriere della Sera del 31 gennaio 2007)

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su