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Corriere Della Sera

Dal campo alla mensa: il sorpasso del «bio» ... Berlino incorona l’Italia «Paese dell’anno». Petrini: ma ora blocchiamo gli Ogm... Dopo i campi di calcio, quelli di fragole. A Berlino abbozzano, ma sotto sotto non devono averla presa bene. L’Italia fa il bis come Paese dell’anno in terra tedesca. Dopo la vittoria ai Mondiali, il nuovo primato si celebra su un terreno che vede da sempre la Germania in pole position, soprattutto per i consumi: il biologico.
In Europa, su sei milioni e mezzo di ettari coltivati secondo i dettami dell’agricoltura organica, oltre un milione appartengono ai 45mila contadini italiani che hanno scelto di convertirsi al «bio». E se i consumatori parlano ancora lingue d’oltralpe, un nuovo fenomeno lascia presagire un altro sorpasso: le mense biologiche, più che raddoppiate in soli cinque anni. Alla faccia di chi, fino a ieri, lo definiva un settore «di nicchia», «solo il termine mi fa venire i brividi - commenta Carlo Petrini, presidente di Slow Food -, il prodotto di qualità è un diritto di tutti», il biologico made in Italy vanta un fatturato di 1,7 miliardi di euro e 700 milioni di export (in un mercato che cresce a un ritmo del 10% l’anno): è per questo che BioFach, la più importante fiera di settore in corso a Norimberga (biofach.de, 2.100 espositori da 73 nazioni, per visitarla c’è tempo fino a domenica), ci ha scelti come «Paese dell’anno», simbolo dell’organic boom. Trecento gli espositori, con prodotti che vanno dal vino all’olio d’oliva, dai formaggi alle mele.
A Petrini è toccato il discorso di apertura: al suo fianco, il sottosegretario alle Politiche agricole Stefano Boco, il segretario di Stato del ministero federale per l’Alimentazione Gerd Muller (omonimo del bomber di Germania ‘74) e la commissaria europea all’agricoltura, Mariann Fischer Boel. È a lei, soprattutto, che Petrini si è rivolto, denunciando come «inammissibile» la proposta di Bruxelles di una soglia di tolleranza dello 0,9% per la contaminazione accidentale da Ogm nei prodotti bio: «Un punto che per l’Italia era e continua ad essere imprescindibile», ha rincarato Boco. Un’opposizione ferma, che si è coagulata in un «manifesto di Norimberga»: «Il nuovo regolamento europeo deve preservare il diritto di produttori e consumatori a coltivare e consumare cibo completamente libero da Ogm».
Anche in questo campo, sostiene Petrini, «l’Italia può diventare una bandiera». Perché è vero che nel nostro Paese si spende ancora poco per i prodotti organici (20 euro pro capite all’anno, in Svizzera sono a quota 105): ma il futuro del bio sta nell’educare al consumo consapevole, «e la ristorazione collettiva è un ottimo strumento». E se nel 1999 i pasti bio distribuiti nelle scuole italiane erano l46mila, oggi hanno superato il milione. In testa alla classifica c’è l’Emilia-Romagna: 133 mense organiche ben radicate nel territorio, grazie anche alla legge regionale del 2002, che prevede che i prodotti usati per nidi, materne ed elementari siano «esclusivamente» bio. Che sia l’Italia il nuovo leader del settore, lo conferma perfino il calendario: nel 2008, l’appuntamento è a Modena, per il congresso mondiale dell’Ifoam, la Federazione internazionale dei movimenti dell’agricoltura biologica. Per immaginare un futuro più sostenibile. A partire dalla tavola.

1,2% - L’aumento
Il numero di fattorie biologiche in Italia è cresciuto del 1,2% dal 2004 al 2005: gli agricoltori “organici” sono 45.000.
1 milione - Gli ettari
In Italia sono oltre un milione gli ettari di campi coltivati in maniera “bio”, su un totale europeo di 6,5 milioni di ettari.
11,08% - La crescita
Secondo gli ultimi dati Sinab, le colture biologiche sono cresciute dell’11,08 percento tra gli anni 2004 e 2005.
35,3% - I cereali
Gli ettari a cereali “bio” sono passati dai 191.311 del 2004 ai 258.848 del 2005. Al primo posto il grano seguite da avena e riso.
19,9% - Gli agrumi
Le coltivazioni di agrumi passano da 15.043 a 18.044 ettari: oltre 7mila sono aranceti, quasi 3mila sono limonata.
72.241 - Gli alveari
Il boom “bio” tocca anche zootecnia e apicoltura: oltre 70mila gli alveari bio, 222mi1a i bovini allevati secondo standard organici.


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