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Corriere Della Sera

Vini meno alcolici e più profumati. La Sicilia presenta un’annata a 5 stelle ... Promossa a pieni voti l’annata 2006 del vino siciliano, che promette di essere una delle più entusiasmanti dell’ultimo quarto di secolo. “Cinque stelle, il massimo del rating, con lode”. Così sentenzia senza appello l’enologo Ezio Rivella alla quarta edizione di Sicilia en primeur a Taormina, la manifestazione organizzata ogni anno da Assovini Sicilia per presentare il vino siciliano al mondo.
Evento che quest’anno ha avuto come madrina d’eccezione l’attrice Carole Bouquet, conquistata dal fascino di questa terra, che molti definiscono “la California d’Italia”, tanto che è divenuta una delle più affascinanti vignaiole siciliane produttrice di vino Moscato Passito di Pantelleria. Assovini Sicilia è un sodalizio che raggruppa 65 tra le più prestigiose firme del vino siciliano, le quali messe insieme rappresentano oltre l’80% della produzione imbottigliata regionale che in totale ammonta a 160 milioni di. bottiglie. Al professor Attilio Scienza, ordinario di viticoltura all’Università di Milano, è toccato il compito di riassumere il profilo agronomico dell’annata 2006: “Inverno e primavera piovosi che hanno limitato la fioritura e quindi la produzione; inizio estate molto caldo, ma fresco nella seconda parte. Risultato: vini profumati, intensi, meno alcolici degli anni precedenti, ma molto eleganti e con lunga aspettativa di vita”.
Grande soddisfazione per l’eccellente rating, la esprime Lucio Tasca d’Almerita, presidente di Assovini: “C’è una grande attenzione per i vini dell’isola, i numeri sono in costante crescita soprattutto all’estero”. Altra conferma del momento felice per il vino siciliano viene da Filippo Mazzei storico imprenditore toscano che vicino a Noto ha creato l’azienda Zisola: “Sui mercati internazionali la Sicilia è molto più trendy della Toscana, c’è grande attenzione e fermento, non dobbiamo sprecare un momento propizio”. Sottolinea Alessio Planeta, dell’omonima azienda di Sambuca di Sicilia: “Abbiamo fatto molto, dobbiamo fare di più. Dobbiamo far capire al mondo che in fatto divino la Sicilia non è un’isola, ma “un arcipelago” molto articolato”.

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