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Corriere Della Sera

Petrini e il principe Carlo: è la mia guida spirituale ... Insieme a Highgrove. “È lui il patrono di Slow Food”. Il fondatore del movimento del “buon mangiare” ospite del reale inglese nella sua azienda agricola. E all’Observer dice: un visionario? No. un uomo pratico... Carlo e Carlin. Il principe d’Inghilterra e il guru di Slow Food. L’uno dice dell’altro: “La straordinaria lungimiranza e lo spirito indomito hanno contribuito alla rivoluzione dell’agricoltura e del cibo”. E di rimando: “Lui, oggi, è ormai la nostra guida spirituale”. Hanno quasi la stessa età - 59 a novembre il primo, 58 tra qualche giorno, il secondo - e un irresistibile feeling, che viaggia sull’onda dell’alimentazione politicamente corretta. Che, ovviamente, ha origini naturali e si avvale dei prodotti della terra coltivati biologicamente.
Entrambi detestano gli ogm (organismi geneticamente modificati), considerati una violenza contro il mondo in via di sviluppo. L’obiettivo più ambizioso: salvare il pianeta. Il sodalizio tra i due, nato tre anni fa allorché il principe del Galles si recò a Torino in visita al Salone del Gusto (la vetrina di Slow Food), si è via via rinsaldato, mentre Carlo d’Inghilterra e Carlin Petrini continuavano e continuano a combattere per la causa. Che Carlin riassume in tre parole: buono, giusto, pulito. Dunque, corrispondenza, incontri, scambi di idee. Fatto sta che lo scorso weekend Petrini si è visto un’altra volta con il principe. Ma non a Londra (dove già era stato ricevuto a Palazzo Reale), bensì ad Highgrove, la principesca residenza di campagna. Visita privatissima, ma con effetti mediatici.
L’Observer intercetta il guru di Slow Food, per strappargli almeno qualche battuta sul principe-amico. E Petrini mira in alto, definendo Carlo nientemeno che “il patrono del nostro movimento, la nostra guida spirituale”. Il principe delle Langhe (Carlin è nato e vive a Brà), insomma, offre al principe di Galles la massima investitura, Carlo d’Inghilterra ha già in tasca la tessera con il simbolo della chiocciolina (85.000 adepti nel mondo, 2000 in Inghilterra), insignito ad honorem nel 2004; ma ora il fondatore lo manda all’Empireo. Meritatamente, a quanto pare. Carlo d’Inghilterra va predicando la filosofia Slow, a parole e a fatti, infischiandosene delle critiche. Lo scorso inverno, per dirne una, aveva dichiarato guerra ai McDonald’s al grido di “Vietiamoli per la salute dei bambini”. Ribadendo l’avversione per il fast food già espressa a Torino, davanti alla platea dei contadini di Terra Madre: “Il cibo globalizzato uccide la nostra identità, la nostra cultura, ha costi sociali enormi perchè inquina e rende più poveri”. Ma la più recente sortita (durante un convegno negli Emirati Arabi) creò non pochi imbarazzi nel Regno Unito. Tanto che il suo ufficio di Londra dovette rimediare con un comunicato di precisazione.
A Highgrove c’è, tangibile, l’applicazione del credo del principe. Ovvero l’azienda agricola di sua proprietà, che funziona e produce nel rispetto dell’ambiente: banditi i pesticidi e i fertilizzanti chimici per le coltivazioni, l’allevamento del bestiame viene fatto secondo i metodi tradizionali. Di sicuro, Carlin ha visto e apprezzato. Ecco allora il giudizio, che non lascia spazio a dubbi: “il principe del Galles, con la sua passione per la produzione organica e il rapporto armonico con la natura, sarà pure un visionario, come taluni affermano. Ma un visionario che prospetta scenari che hanno ragion d’essere”.
Va oltre, Petrini, nelle lodi: “La gente pensa che sia un inguaribile romantico, un poeta. E che il suo approccio a questi temi non abbia ripercussioni economiche. Niente di più falso. La sua posizione, che è anche la mia, è l’unica via di salvezza per il pianeta. Quanti sostengono che Carlo d’Inghilterra non sia un uomo pratico dovrebbero presentargli le loro scuse”. Altre reazioni sono attese. Ma Carlo e Carlin guardano avanti. Al prossimo appuntamento campagnolo, fissato perla fine dell’estate.

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