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Corriere Della Sera

Vino adulterato, la Ue: nessun rischio per la salute ... Bruxelles esclude l’inserimento di sostanze chimiche nocive: solo acqua e zucchero... L’Unione europea frena l’allarme sul vino italiano adulterato e sul pregiato Brunello cli Montalcino “taroccato” con l’uso di uve meno pregiate. Le informazioni inviate a Bruxelles dal governo di Roma, fondate sulle inchieste della magistratura, avrebbero escluso l’inserimento di sostanze chimiche nocive per la salute. Resta però un pesante danno d’immagine, che consolida la diffidenza dei consumatori europei verso i prodotti alimentari italiani, esplosa sull’onda del caso della mozzarella di bufala inquinata perfino con la diossina.
“Le autorità italiane hanno inviato tutte le informazioni richieste e possiamo ribadire che non c’è rischio per la salute pubblica - ha affermato la portavoce della Commissione europea Nina Papadoulaki -. Si tratta di frode. In base all’indagine effettuata dall’autorità giudiziaria il vino era stato adulterato con acqua e zucchero di barbabietola”. Da Roma avrebbero fatto sapere a Bruxelles che la magistratura avrebbe considerato infondate le indiscrezioni giornalistiche che collegavano l’adulterazione a sostanze chimiche (acido cloridrico, solforico e fosforico per uso agricolo), pur ritrovate negli impianti enologici coinvolti nel procedimento giudiziario. La Commissione europea considera poi una questione di competenza nazionale l’inchiesta sul Brunello di Montalcino “modificato” con vitigni non consentiti dalla normativa Ue sulla indicazione geografica protetta, che garantisce dalle imitazioni e dai falsi.
I1 governo ltaliano ha così ampiamente rassicurato la Commissione europea sui due dossier che avevano convinto gli euroburocrati del settore sanità a mettere sotto osservazione la produzione vinicola italiana. La relazione inviata dall’Italia aggiunge che, in seguito ai sequestri disposti dai magistrati della Procura di Taranto per il vino da tavola adulterato, i carabinieri avrebbero lanciato una verifica a livello nazionale per individuare l’eventuale presenza di sostanze nocive nei vini in commercio. Gli stessi imprenditori del settore si stanno attivando per emarginare i colleghi impegnati in attività criminali o scorretti, che procurano discredito all’intero comparto alimentare. La Confederazione degli agricoltori italiani (Cia) ha annunciato di essere pronta a costituirsi parte civile contro “i criminali inquinatori del vino”. La Cia sostiene che le azioni dei delinquenti “alimentano psicosi tra i consumatori e hanno conseguenze devastanti sull’immagine del made in Italy”.

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