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Corriere Della Sera

Allerta vino, interviene l’Ue Il governo: nessun pericolo ... L’inchiesta. Tre indagati e 2 aziende sequestrate: avrebbero usato acido cloridrico. Bruxelles chiede chiarimenti sul caso dell’adulterazione... Allarme in Europa per il vino italiano. La Commissione ha chiesto informazioni all’Italia dopo la clamorosa inchiesta dell’Espresso. Nel numero in edicola ieri, in coincidenza con la 42e edizione del Vinitaly, il settimanale ha dato conto di un’indagine in corso su una maxisofisticazione. Settanta milioni di litri di prodotto a basso costo - tra 0,70 e 2 euro al litro - che conterrebbero appena un terzo di uva e per il resto acqua, zucchero, fertilizzanti e acido cloridrico. Le aziende coinvolte sarebbero venti tra il Nord, Puglia e Sicilia.
Immediata la risposta delle autorità italiane.
“Secondo quanto precisato dagli inquirenti - fanno sapere i ministeri della Salute e delle Politiche agricole - le analisi di laboratorio effettuate sui campioni prelevati hanno evidenziato il mero annacquamento del prodotto vinoso”. Almeno in due aziende poste sotto sequestro io scorso gennaio dai magistrati di Taranto. “Il prodotto risulta composto da uva per circa il 30 per cento, acqua e saccarosio ha dichiarato il procuratore Aldo Petrucci - . Non c’è traccia di sostanze pericolose”. Ma L’Espresso conferma le sue rivelazioni: “Non si tratta di una truffa innocua. La presenza di acidi e di altre sostanze pericolose era citata nei comunicato stampa del Corpo forestale e nel primo provvedimento della procura di Verona”.
Tre persone indagate per il reato di adulterazione di sostanze alimentari: Gaetano Guacci, di 54 anni, amministratore della “Vmc” di Massafra (Taranto); Giovanni Caramia, di 35 anni, rappresentante legale della “Enoagri Export srl”, con sede sempre a Massafra; e Donato Cara- mia, di 71 anni (padre di Giovanni), proprietario di due stabilimenti posti sotto sequestro il 31 gennaio scorso. L’inchiesta è partita a settembre in una cantina di Veronella (Verona), coinvoita 22 anni nello scandalo dei metanoio, dove sono state trovate taniche piene di acido cloridrico. Dalla documentazione è emerso un collegamento con la Vmc. L’inchiesta va avanti. La procura di Taranto ha disposto il sequestro di partite divino acquistate dalla “Enoagri” e “Vmc” in quindici aziende sparse in tutta Italia.

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