Corriere Della Sera

La cucina de La prova del cuoco, spenti i fornelli, ha chiuso per ferie. La titolare, signora Antonella Clerici, andrà con il fidanzato-autore nei mari del Sud con l’aria di chi sa godersi la vita e, televisivamente parlando, ha pescato il jolly; gli altri torneranno nell’ombra, nell’attesa della ripresa autunnale (Raiuno, dal lunedì al sabato, ore 12). Quando cucino guardo la trasmissione, giusto per imparare qualcosa (come credo facciano schiere di casalinghe e casalinghi) e sono molto grato ad Anna Moroni. All’inizio non mi piaceva, per via della voce. Poi ho capito che è l’unica del gruppo a far cultura: aiuta gli altri a migliorare le loro conoscenze culinarie. Con semplicità.
Chi ama la Moroni non sopporta Beppe Bigazzi. Intanto perché bisogna sempre diffidare dei manager che a un certo punto della loro vita abbandonano l’azienda per scoprire: a) la campagna; b) l’enogastronomia; e) i libri. E poi se c’è Slow Food che farsene di un simil slow food? I cuochi de La prova del cuoco, proprio perché vanno in tv, tendono a essere troppo pretenziosi e la
pretenziosità è il peggior nemico del buon gusto. In Italia siamo signori del cibo e del bere ma gli insegnamenti veri ce li facciamo suggerire da altri.
Sul Corriere, Christopher Hitchens, l’aria di un bevitore di birra, ha lanciato una sacrosanta crociata che tutte le trasmissioni che si occupano di cibo ed esibiscono sommelier
dovrebbe sposare: basta con i camerieri che al ristorante ti riempiono di continuo il bicchiere! È compito dei commensali versarsi da bere, rispettando le esigenze di ognuno e la sacralità del gesto.
E poi, per nessuna ragione al mondo, non si deve mai versare vino su vino. Soltanto quando un bicchiere è completamente vuoto si può procedere al rabbocco. Mi auguro che Antonella Clerici sposi questa battaglia di civiltà.