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Corriere Della Sera

Sicurezza alimentare: la Cina è lontana ... Rischio cibi La denuncia in un libro che è all’ indice a Pechino... Superadditivi, vere frodi e qualche ingenuità... “Confucio a un discepolo che chiedeva che cosa servisse per ben governare rispose: il cibo, l’ esercito e la fiducia del popolo. E nel regime in cui viviamo il cibo è uno dei pochi modi possibili per esprimersi e dar valore all’ esistenza...”. Zhou Qing quando parla di cibo è diviso tra passione e rabbia. Passione per qualcosa che “nella nostra scala dei valori occupa lo stesso posto del cielo” e rabbia per le truffe, gli imbrogli, le ingenuità che compromettono la qualità della produzione alimentare cinese. E questo non interessa solo i cinesi, visto che questo Paese è un grande esportatore. Tanto per dare un’ idea, la vendita di suini costituisce il 20% del valore totale dell’ export cinese e questo nonostante, negli anni, Giappone, America e Europa abbiano più volte bloccato l’ importazione di carne di maiale cinese vista la presenza di steroidi anabolizzanti. Zhou Qing, 42 anni, è un giornalista, condannato a due anni di carcere nel 1989 per aver partecipato alla contestazione in piazza Tienanmen. Dopo altri inviti sfumati nel nulla, perché non era autorizzato a uscire dalla Cina, ora è nostro ospite per presentare il volume "La sicurezza alimentare in Cina" (uscito a Pechino nel 2006 e immediatamente messo all’ indice) appena tradotto in italiano. Il libro (edito da Spirali,466 pagine) è documentatissimo, per quanto può esserlo in un Paese totalitario: gran parte degli episodi di truffa raccontati sono infatti stati scoperti e denunciati non nella madrepatria ma altrove, in primo luogo a Hong Kong, che gode di uno statuto speciale e negli Usa. Lo scandalo di maggior dimensioni è quello del marzo 2007 che ha coinvolto, fortunatamente, non esseri umani, ma cani e gatti americani avvelenati dalla melanina contenuta nelle proteine derivate da cereali cinesi finite nel mangime per animali. A fronte di più di ottomila denunce, il governo cinese ha ammesso la presenza di melanina e uno dei responsabili della truffa è stato condannato a morte. “Ma chi stava sopra di lui non ha pagato”, commenta Zhou Qing. “Da noi si dice: è stato ucciso il pollo per farlo vedere alla scimmia, vuol dire usare qualcuno per intimorire altri. Ma non funziona”. L’ elenco degli episodi citati nel libro è lunghissimo: si va dalle vasche per l’ allevamento dei pesci con il fondo ricoperto di antibiotici, per impedire infezioni; ai polli gonfiati con gli ormoni, alla frutta ai pesticidi, passando per le uova con il tuorlo colorato dal vietatissimo Sudan red, alla soia geneticamente modificata venduta per “naturale”. Quello che colpisce nel libro è anche l’ ingenuità con cui le frodi vengono subite ma, talvolta, anche perpetrate. Molti allevatori di maiali hanno confessato d’ essere molto dispiaciuti per il fatto di dover mangiare maiali genuini non potendosi permettersi i supermaiali agli anabolizzanti, che vendono in città. Vi ricordate quando ci raccontavano che il latte in polvere era più salutare di quello della mamma? In Cina hanno fatto di ben peggio. La città di Fuyan è diventata tristemente famosa per i suoi “bambini dalla testa grossa”, con gravi problemi di crescita perché nutriti con latte adulterato per risparmiare sugli ingredienti. Sulle scatole era scritto: “Qualità garantita: prodotto che non necessita di controllo statale”. “Tocca al governo informare tutti: dai produttori alle casalinghe, e fare più controlli. Ma i macchinari per le verifiche sono di importazione e costano. Inoltre, per esempio, solo per la sicurezza delle carni di maiale sono responsabili otto enti”. Ma dal 2003 c’ è un’ Agenzia statale unica per i controlli di qualità...“Avere problemi certe volte conviene: se la situazione è grave l’ ente che se ne deve occupare può contare su più fondi. Funzionano meglio le commissioni miste, per esempio quelle America-Cina perchè le esportazioni vanno difese”. Ma se fosse un problema di quantità che mal si sposa con la qualità ? “Siamo un miliardo e trecento milioni ma la nostra densità di popolazione è inferiore alla vostra. Si può produrre tanto e bene. Ma oggi ci troviamo a fronteggiare problemi che voi avete già superato e per di più in un Paese grandissimo: da noi le vittime si contano a centinaia, da voi in unità”.


Consigli. Visitatori: attenti ai falsi e all’alcol Ci sono consigli cui avremmo pensato anche noi: fare attenzione alle date di scadenza, non lasciare i cibi al caldo, guardare con occhio critico ai marchi e alle scritte: se sono in un inglese “imparaticcio” si tratta di falsi; ma anche altri decisamente più inattesi. Per esempio: attenti agli alcolici, sono tra i prodotti più contraffatti, beveteli sono nei gran hotel; se vi viene voglia di frutta sappiate che è più sana quella dei mercatini, nei supermercati arrivano i prodotti, certo più attraenti a vedersi, della grande distribuzione “che però può permettersi di utilizzare pesticidi in quantità”. Zhou Qing è prodigo di consigli per chi si avventura nel suo Paese. “Se volete assaggiare la prelibata tartaruga, sappiate che potrebbe essere piena di additivi che ne hanno accelerata la lenta crescita e se vi piace l’ anitra alla pechinese, mangiatela nei grandi ristoranti specializzati che preparano solo anatra e in Cina sono riuniti in catene”. A proposito di volatili, che dire del rischio aviaria? Come mai nel suo libro non se ne parla? “Perché la Sars è un virus, una malattia dell’ animale, non deriva da una truffa, dall’aggiunta di additivi o simili”. Senz’altro vero anche se non molto rassicurante.

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