02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

“Il problema? Consumo calato del 50 per cento” ... Gianni Zonin... “Doc? O Dop? L’importante è il risultato. E cioè che il lavoro di una vita intera, la professionalità, la cultura, la qualità che stanno dietro a una buona bottiglia di vino, vengano tutelate. Dal punto di vista del diritto internazionale la riorganizzazione messa a punto dall’Unione europea mi sembra una cosa giusta”. A parlare è Gianni Zonin, l’imprenditore del vino con la passione delle banche e quasi 3.600 ettari di tenute, di cui 1.700 a vigneto. Zonin, che oltre ad essere il maggior produttore di vino in Italia è anche presidente della Popolare di Vicenza, governa un “impero” sparso su il tenute in sette regioni diverse (ma che si è spinto fino in Virginia, Usa, con la tenuta di Barboursville).
Ma senza le Doc dove andranno a finire le specificità territoriali, punto di forza della viticoltura tricolore?
“Guardi, che la globalizzazione coinvolga tutti i mercati non è un segreto per nessuno. La filosofia scelta dalla Ue è di tutelare non tanto il vitigno quanto il nome d’origine. E francamente non vedo altri sistemi per meglio proteggere determinate zone e rispettive produzioni. Chardonnay, Merlot, Bordeaux, tutti vini d’origine francese, vengono ormai piantati in tutto il mondo. È quello che si cerca di evitare per il Prosecco, tutelando come Dop il luogo d’origine, Prosecco appunto, un
paesino vicino a Trieste, e non il “glera”, il vitigno antico di centinaia d’anni. Perché non possa essere utilizzato nel mondo”.

E per quanto riguarda gli incentivi all’estirpazione dei vitigni?
“Anche qui, sotto il profilo del mercato la trovo una scelta giusta. Un tentativo di riequilibrare produzione e consumo di vino. Può diventare pericoloso nel caso non venga salvaguardata la cosiddetta viticoltura eroica, come quella della Valtellina o delle Cinque Terre dove l’estirpazione dei vitigni porterebbe a uno stravolgimento del paesaggio e al degrado dell’ambiente”.
Non si corre il rischio che per inseguire gl’incentivi vengano eliminati vitigni autoctoni?
“Non credo. Ci sarà maggiore partecipazione nel Sud rispetto al Nord. Ma a essere abbandonate saranno le terre marginali e l’agricoltura che non ha fatto progressi. In tre anni l’Italia estirperà la sua quota. Ma il problema è un altro”.
E quale?
“Cosa fanno i governi, soprattutto il nostro, e la Ue per salvaguardare la viticoltura? Nel nostro Paese il consumo di vino è calato del 50% mentre quello della birra è raddoppiato. Inutile pagare per estirpare o protestare per le norme se poi non si tutela la nostra cultura più tradizionale se non si valorizzano gli effetti benefici del vino, se bevuto con moderazione. Anziché educazione fisica nelle scuole farebbero meglio a insegnare educazione alimentare. Ci vuole più coraggio per valorizzare la nostra tradizione vinicola con i suoi 700 mila viticoltori”.
Come sarà la vendemmia?
“Di miglior qualità rispetto a quella dello scorso anno: c’è stata pioggia durante la fioritura e sul grappolo ci sono meno acini”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su